Servio Cornelio Cetego

Servio Cornelio Cetego (in latino: Servius Cornelius Cethegus; 8 a.C. circa – dopo il 38) è stato un magistrato romano, console dell'Impero romano.

Servio Cornelio Cetego
Console dell'Impero romano
Nome originaleServius Cornelius Cethegus
Nascita8 a.C. circa
Mortedopo il 38
FigliCornelia Cethegilla ?
GensCornelia
PadreServio Cornelio Lentulo Maluginense ?
Consolatogennaio-giugno 24 (ordinario)
ProconsolatoAfrica, 36/37 o 37/38

Biografia

Appartenente all'illustre gens Cornelia, e in particolare, con ogni probabilità, al ramo dei Cornelii Lentuli, che erano soliti adottare cognomina di altri rami estinti della gens[1], Cetego non trova un posto chiaro nella genealogia dei Cornelii[2]. Sembra essere stato lui, o comunque un suo parente stretto, il piccolo Lentulo Cetego cui fece da nutrice Cornelia Quinta, attestata in un sepolcro in uso negli ultimi anni di Augusto e negli anni di Tiberio[1][3]. In ogni caso, Cassio Dione testimonia il nome del padre, ossia Servio[4]: Ursula Vogel-Weidemann ipotizza, correggendo un'ipotesi errata di Conrad Cichorius, che Cetego possa essere un secondo figlio del flamen Dialis e console suffetto del 10 Servio Cornelio Lentulo Maluginense[2]. Infine, potrebbe essere sua figlia la Cornelia Cethegilla attestata su un altare della prima metà del I secolo d.C. e onorata dai nipoti Cethegilla, Orfito e Pisone[5].

L'appartenenza alla famiglia dei Cornelii Lentuli, presto divenuta amica di Tiberio[2], dovette promuovere la carriera di Cetego[2], di cui è noto principalmente il consolato, ricoperto nel primo semestre del 24 insieme a Lucio Visellio Varrone, poi sostituiti a luglio da Gaio Calpurnio Aviola e Publio Cornelio Lentulo Scipione[4][6][7][8][9][10]: durante il consolato di Cetego e Varrone, Tacito attesta il discorso di Tiberio per moderare gli onori ai giovani Nerone e Druso Cesari[10], le condanne di Gaio Silio e Sosia Galla[11], di Calpurnio Pisone e Cassio Severo[12], del pretore Plauzio Silvano[13] e di Vibio Sereno[14], e forse di Publio Suillio Rufo e di Firmio Cato[15], nonché la conclusione della guerra contro Tacfarinas con l'assegnazione degli ornamenta triumphalia a Quinto Giunio Bleso e non a Publio Cornelio Dolabella[16] e la soppressione di un inizio di rivolta servile in Italia[17].

Una iscrizione sepolcrale nella città africana di Ammaedara, che ricorda uno schiavo di Cetego, nomina proprio Cetego come proconsole della provincia d'Africa[18]: la datazione del mandato oscilla tra 36/37, nell'ultimo anno di Tiberio, o 37/38, nel primo anno di Caligola[2]. Dopo il proconsolato Cetego scompare dalla storia.

Note

Bibliografia

  • E. Groag, C 1336, in PIR2 II (1936), pp. 313-314.
  • U. Vogel-Weidemann, Die Statthalter von Africa und Asia in den Jahren 14-68 n.Chr., Bonn 1982, pp. 115-117.