Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino

classificazione delle Alpi
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La Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino (SOIUSA)[1] è un sistema di classificazione geografica e toponomastica delle Alpi, elaborato da Sergio Marazzi[2] in collaborazione con i più importanti istituti e professionisti degli altri paesi alpini[3].

Quadro di unione delle sezioni delle Alpi secondo la SOIUSA.

Storia e scopi

La SOIUSA, basandosi su aspetti geologici, geomorfologici, idrogeologici e fitogeografici, ed essendo inoltre compilata nelle lingue italiana, francese, tedesca, slovena (oltre a mantenere i toponimi nei dialetti locali), è una chiave internazionale di lettura della complessa orografia delle Alpi e un'innovativa proposta di aggiornamento per superare le tradizionali partizioni[4] pur valide, ma concepite, a dire dell'autore, dal punto di vista di ogni singolo Paese, a respiro quindi nazionale.

La Partizione delle Alpi, concepita dai geografi italiani, per esempio, fu introdotta nel 1926 dal Comitato Geografico Nazionale sulla base del documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino", proposti da una commissione nominata allo scopo durante il IX Congresso Geografico Italiano del 1924. È stata una delle prime tra le suddivisioni europee a prendere in considerazione l'intero territorio alpino e non solo quello compreso all'interno dei confini di un singolo stato[5]. Pur diffusa in ambito internazionale, specie in Francia[6], secondo l'autore della SOIUSA risente comunque di un'ottica italocentrica; negli ultimi decenni, per questo motivo, fu da alcuni autori considerata obsoleta.[7][8]

Nella SOIUSA si è cercato di conciliare i vari sistemi di raggruppamento italiano, francese, svizzero, austriaco e sloveno. In particolare, viene raggiunta l'armonizzazione tra i Gebirgsgruppen della Alpenvereinseinteilung der Ostalpen (abbreviata in AVE) (la suddivisione delle Alpi Orientali secondo i club alpini austriaci e tedeschi, curata da Franz Grassler, in aggiornamento alla precedente classificazione Moriggl-Einteilung der Ostalpen del 1924) con quelli del Geographische Raumgliederung Österreich (l'assetto geografico del territorio austriaco con le aree alpine bavaresi, messo a punto da Reinhard Mang).[9]

La SOIUSA, definita a partire dal 2001[10], è stata ufficialmente presentata all'inizio dell'anno 2006 col patrocinio del CAI esattamente ottant'anni dopo quella della Partizione delle Alpi, a seguito della pubblicazione del volume di Sergio Marazzi Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA. Ha ricevuto recensioni contrastanti da parte di studiosi e accademici di alcune università italiane e d'oltralpe, non assumendo comunque una validità universale ed ufficiale[11] come peraltro le altre classificazioni ad oggi disponibili.

Utilizzi

La SOIUSA è stata oggetto di seminari informativi e pubblicazioni web sia da parte del CAI[12] che della FIE[13].

Al di fuori degli ambiti strettamente accademici ed alpinistici viene utilizzata da varie pubbliche amministrazioni sia italiane che sovranazionali nelle loro pubblicazioni[14][15] e in atti di programmazione e pianificazione[16][17][18][19]. È inoltre usata come suddivisione della catena alpina in pubblicazioni geografiche[20][21], glaciologiche[22][23] e naturalistiche[24][25][26][27]. La Regione Piemonte ha pubblicato on-line, tramite ARPA-Piemonte, i tracciati GIS dei vari livelli classificatori che costituiscono la SOIUSA.[28]

Descrizione

La SOIUSA introduce la bipartizione del sistema alpino (Alpi Occidentali e Alpi Orientali) in sostituzione della precedente tripartizione (Alpi Occidentali, Alpi Centrali e Alpi Orientali), accettata in Italia e in parte anche in Francia, ma mai in Austria e Germania. Le due grandi parti (PT) delle Alpi Occidentali e delle Alpi Orientali sono separate dalla linea Reno - Passo dello Spluga - Lago di Como - Lago di Lecco.[29]

Le due grandi parti si suddividono ulteriormente in:

  • 5 grandi settori (SR) ((DE) Sektoren; (FR) grands secteurs; (SL) velikih sektorjev)
  • 36 sezioni (SZ) ((DE) Sektionen; (FR) sections; (SL) sekcij)
  • 132 sottosezioni (STS) ((DE) Untersektionen; (FR) sous-sections; (SL) podsekcij)
  • 333 supergruppi (SPG) ((DE) Supergruppen; (FR) super-groupes; (SL) nadgrupa)
  • 870 gruppi (GR) ((DE) Gruppen; (FR) groupes; (SL) skupine)
  • 1625 sottogruppi (STG) ((DE) Untergruppen; (FR) sous-groupes; (SL) podskupine)

Grandi parti, grandi settori, sezioni e sottosezioni sono individuati tenendo conto sia del criterio morfologico, altimetrico, fitogeografico sia delle regioni storico geografiche alpine. Supergruppi, gruppi e sottogruppi sono individuati secondo un criterio alpinistico.

Nella classificazione sono talvolta presenti anche i settori intermedi tra i raggruppamenti:

Piramide SOIUSA, ovvero le varie suddivisioni delle Alpi secondo la SOIUSA.

Questa ulteriore suddivisione è stata introdotta «per meglio inquadrare i Gebirgsgruppen dell'AVE der Ostalpen, spesso diversi per dimensioni dai gruppi alpini occidentali, e per non dover escludere nomi usati in luogo per alcuni raggruppamenti non altrimenti inquadrabili»[30].

Le sezioni successive di questa voce seguono il seguente schema:

  • Denominazione sezione (massima elevazione)
    • Denominazione sottosezione (denominazione supergruppi)

L'abbreviazione iss sta per in senso stretto e serve a distinguere la denominazione di una sottosezione da quella omonima della sezione (che è da intendersi quindi in senso ampio).

Denominazioni

I nomi dei gruppi di alto livello (SR, SZ, STS) vengono forniti nelle quattro lingue più diffuse sull'arco alpino (tedesco, francese, italiano, sloveno) e in inglese, mentre le denominazioni dei gruppi di livello inferiore (SPG, GR, STG) vengono riportate nelle sole lingue delle nazioni interessate.

es.: la sottosezione Alpi del Moncenisio (STS.4.III ) è anche chiamata Nördliche Cottishche Alpen (de), Northern Cottian Alps (en), Alpes du Mont Cenis (fr) e Severne Kotijske Alpe (sl); al contrario invece per il Gruppo d'Ambin, situato sul confine tra la Francia e l'Italia, oltre alla denominazione italiana viene riportata solo quella francese (Groupe d'Ambin).[31]

Alpi Occidentali

Le sezioni delle Alpi Occidentali secondo la SOIUSA.

Le Alpi Occidentali vanno dalla linea Savona - Colle di Cadibona - Montezemolo - Mondovì alla linea Reno - Passo dello Spluga - Lago di Como - Lago di Lecco. Sono suddivise in due grandi settori: Alpi Sud-occidentali e Alpi Nord-occidentali.

Alpi Sud-occidentali

Il Monviso

Le Alpi Sud-occidentali sono divise in 6 sezioni (SZ), 23 sottosezioni (STS) e 46 supergruppi (SPG):

Alpi Nord-occidentali

Il Cervino

Le Alpi Nord-occidentali sono divise in 8 sezioni (SZ), 32 sottosezioni (STS) e 89 supergruppi (SPG):

Alpi Orientali

Le sezioni delle Alpi orientali secondo la SOIUSA.

Le Alpi orientali vanno dalla linea Reno - Passo dello Spluga - Lago di Como - Lago di Lecco alla linea Vienna - Lago di Neusiedl - Graz - Maribor - Lubiana. Sono suddivise in tre grandi settori: Alpi Centro-orientali, Alpi Nord-orientali e Alpi Sud-orientali.

Alpi Centro-orientali

Il Bernina

Le Alpi Centro-orientali sono divise in 6 sezioni (SZ), 25 sottosezioni (STS) e 64 supergruppi (SPG):

Alpi Nord-orientali

L'Hochtor

Le Alpi Nord-orientali sono divise in 7 sezioni (SZ), 27 sottosezioni (STS) e 69 supergruppi (SPG):

Alpi Sud-orientali

L'Adamello

Le Alpi Sud-orientali sono divise in 9 sezioni (SZ), 25 sottosezioni (STS) e 65 supergruppi (SPG):

Casi particolari

Alcuni casi particolari necessitano di una spiegazione ulteriore circa le scelte operate dalla classificazione della SOIUSA.

Alpi Liguri

Le Alpi Liguri erano considerate dalla partizione delle Alpi non una sezione a sé stante ma un gruppo delle Alpi Marittime. I limiti erano i medesimi ma il Colle di Tenda le divideva da un altro gruppo delle Alpi Marittime, quello delle Alpi del Varo (gruppo "1b"). Il riconoscimento di una suddivisione indipendente da quella delle Alpi Marittime è stato considerato come uno dei meriti della SOIUSA.[15]

Carso

Il Carso in questa classificazione è escluso dalle Alpi a differenza, ad esempio, della Partizione delle Alpi che lo inseriva nelle Alpi. Tale scostamento deriva dal fatto che, secondo la letteratura geografica slovena, la zona del Carso non appartiene al Sistema Alpino ma alla Regione Continentale, ossia al sistema dinarico[32].

Questo fatto ha portato a un'interrogazione parlamentare, presentata dall'onorevole Roberto Menia il 17 giugno 2004, nella quale si supponeva il fatto che con questa visione Trieste non sarebbe più stata geograficamente italiana[33].

Lo studioso italiano di fenomeni carsici Fabio Forti ha sostenuto[34] che tale scelta sembra appoggiarsi solo su questioni puramente politiche, sorte dopo il secondo conflitto mondiale nel corso dei preliminari per il trattato di pace fra Italia e Jugoslavia. A suo giudizio, secondo la letteratura alpina, la regione carsica è sì una cerniera tra sistema alpino e sistema dinarico, ma è da attribuirsi al primo per questioni storiche[35], geografiche, geomorfologiche[36] e geologiche[37].

Dolomiti

La SOIUSA riconosce la sezione alpina Dolomiti con i medesimi limiti geografici della sezione alpina n. 18 della Partizione delle Alpi. Questo fatto è in contrasto con la definizione delle Dolomiti come l'insieme dei gruppi montuosi in cui è prevalente la roccia dolomitica. Occorre però tener presente che la SOIUSA, oltre che di criteri geologici, tiene anche conto di criteri di continuità territoriale. Questo spiega come in questa sezione siano inserite montagne che non hanno natura dolomitica, quali il Lagorai o la Cima d'Asta. Per contro altri monti a matrice dolomitica appartengono ad altre sezioni come le Dolomiti di Brenta, le Piccole Dolomiti e le Dolomiti Friulane[38] fino alle cosiddette Dolomiti di Valle Stretta (Alpi Cozie).

Critiche

La classificazione SOIUSA ha suscitato discussioni, critiche costruttive e, come è normale per tutte le proposte di cambiamento, ha suscitato anche alcune polemiche[39].

Ad esempio, è oggetto di critica da parte di alcuni soggetti e studiosi quali Werner Bätzing, consulente scientifico della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi e della Convenzione delle Alpi, secondo cui essa è «una miscela di punti di vista molto diversi, definiti in modo pragmatico e non sistematico», fonte a suo dire di mancanza di chiarezza.Bätzing critica anche il fatto che la suddivisione della SOIUSA si basa su regioni alpine storiche e geografiche nei raggruppamenti di rango inferiore, ma per quanto riguarda i raggruppamenti più ampi gli stessi criteri storico-geografici non sono tenuti in considerazione[40].

La Union Internationale des Associations d'Alpinisme non ha accettato i criteri della SOIUSA[40].

Limitatamente invece al confine tra Alpi e Appennini, su cui esiste comune consenso sulla Bocchetta di Altare (o, più familiarmente, il colle di Cadibona) in Liguria, dal punto di vista petrologico la Guida rossa del Touring Club Italiano, a differenza del SOIUSA, indica, quale confine litologico, il passo dei Giovi[41], poiché immediatamente a ovest di questo corre una faglia, la cosiddetta Linea di Sestri-Voltaggio, che rappresenta il punto in cui avviene il trapasso geo-morfologico tra i due sistemi montuosi.

Note

Bibliografia

Articoli apparsi su alcune riviste:

  • Ambiente Società Territorio - Geografia nelle scuole' (rivista dell'Associazione Italiana di Insegnanti di Geografia, n. 4/2001)
  • L'Universo' (rivista dell'Istitudo Geografico Militare di Firenze, n. 4/2002)
  • La Rivista del Club Alpino Italiano' (n. 5/2003 e n. 6/2005)

Libri:

  • Sergio Marazzi, Atlante orografico del Monte Bianco, Priuli & Verlucca, 1991.
  • Sergio Marazzi, Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca, 2005.(in collaborazione con il Club Alpino Italiano)

Voci correlate

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