Regola dei cinque secondi
La regola dei cinque secondi è una leggenda metropolitana per cui il cibo caduto a terra rimarrebbe incontaminato dai batteri se raccolto entro cinque secondi.[1][2] Una variante è la regola dei tre secondi, concettualmente analoga e con solo minore tempo di esposizione.[3]
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9a/Spilled_strawberries.jpg/220px-Spilled_strawberries.jpg)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/33/Five_second.png/220px-Five_second.png)
Confutazione
In realtà tale regola non ha alcuna base scientifica se non il ridotto tempo di contatto tra terreno e cibo, che però è quasi irrilevante per un'eventuale contaminazione.[1] Oltre al tempo di esposizione diversi fattori possono influire sull'entità della contaminazione batterica, come ad esempio temperatura, genere di alimento e tipologia di superficie, ma la riproduzione batterica sul cibo avviene in ogni caso, anche se potenzialmente di minore entità ed innocua.[1] Inoltre l'applicazione di tale "regola" sarebbe del tutto arbitraria, in quanto cibi molli o appiccicosi, molto più proni a racimolare sporco e quindi batteri,[2] se caduti genererebbero ripugnanza e non verrebbero raccolti dalla maggior parte delle persone.[1]
Nel 2003 la ricercatrice Jillian Clarke dell'Università dell'Illinois ha dimostrato che il cibo caduto su una superficie può essere immediatamente contaminato dall'Escherichia coli, uno dei batteri più comuni.[3] Per questa ricerca ha ottenuto il Premio Ig Nobel 2004 per la Sanità Pubblica.[4] Un altro studio del 2006 ha dimostrato che in seguito all'esposizione alla salmonella, indipendentemente dal tipo di superficie, i batteri si trasferiscono immediatamente nel cibo, invalidando così del tutto la regola dei cinque secondi.[5][6]
Nel 2014 è stata effettuata una ricerca, non sottoposta a revisione paritaria, da parte di un gruppo di biologi della Aston University, che contraddice parzialmente i risultati degli studi precedenti, stabilendo un legame diretto tra tempo di esposizione e livello di contaminazione.[2][7][8] Secondo questa ricerca la regola dei cinque secondi, pur non essendo in realtà mai applicabile, avrebbe un fondamento di validità;[2] inoltre alcune superfici, come il legno e le piastrelle, sarebbero molto più infettive di altre, come ad esempio i tessuti.[7] Da un sondaggio condotto dagli stessi ricercatori l'87% degli intervistati ha dichiarato di seguire la regola dei cinque secondi, dimostrando così l'ampia diffusione della credenza.[2][7]
La regola è stata oggetto di analisi in programmi televisivi quali MythBusters e Bullshit!,[9][10] i quali sostanzialmente hanno confermato i risultati precedentemente ottenuti, rilevando tuttavia che i cibi secchi e salati dimostrano in genere un livello di contaminazione più basso rispetto ad altri.[2][3] È comunque fortemente sconsigliato consumare cibi venuti accidentalmente in contatto con superfici non idonee, soprattutto se in luoghi non igienici oppure molto frequentati.[5][7]
Note
Collegamenti esterni
- La regola dei 5 secondi funziona?, su Il Post, 16 marzo 2014.
- (EN) Harold McGee, The Five-Second Rule Explored, or How Dirty Is That Bologna?, su The New York Times, 9 maggio 2007.
- (EN) Andrew Tarantola, The Five Second Rule Will Make You Sick, su Gizmodo, 23 luglio 2013.