Pietro Musumeci
Pietro Musumeci (Catania, 18 maggio 1920) è un agente segreto italiano.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/d/d5/Pietro_Musumeci.jpg/220px-Pietro_Musumeci.jpg)
Fu iscritto alla loggia massonica segreta P2 e il suo nome venne anche ritrovato nella lista trovata nella casa di Licio Gelli, con il numero 487; ebbe contatti con membri dell'eversione nera, in particolare con i Nuclei Armati Rivoluzionari, tramite il terrorista Massimo Carminati[1] e venne condannato per i depistaggi che mise in atto sulle indagini per la strage alla stazione ferroviaria di Bologna.[2]
Procedimenti giudiziari
Venne indagato e condannato per aver tentato di depistare le indagini sulla strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980 insieme a Licio Gelli, l'ufficiale del SISMI Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza, un collaboratore del SISMI[3][4][5][6][7][8] oltre al terrorista Massimo Carminati e all'ex direttore del centro SISMI di Firenze, il colonnello Federigo Mannucci Benincasa.
Fra i tentativi di depistaggio messi in atto da Musumeci insieme a Belmonte, entrambi iscritti alla loggia P2, ci fu il ritrovamento sul treno Taranto-Milano del 13 gennaio 1981 di una valigia contenente armi, esplosivo e documenti falsi al fine di indirizzare le indagini sulle responsabilità della strage di Bologna verso una falsa pista estera.[2][9]
Pochi mesi prima, lo stesso Musumeci aveva prodotto un dossier falso, intitolato Terrore sui treni[10], con gli stessi fini di deviare le indagini verso una pista internazionale. Secondo questa ricostruzione fittizia, i terroristi esteri, pur avendo contatti con membri dell'eversione nera italiana, venivano additati come gli ideatori dell'attentato di Bologna[11].
Di seguito sono riportate le fasi principali del processo in cui è stato coinvolto Musumeci:
- 4 settembre 1985 - Sentenza della corte d'assise di Roma: Musumeci venne condannato a 9 anni di reclusione per aver depistato le indagini sulla strage di Bologna.[1][10][12][13]
- 11 luglio 1988: In merito al processo per la strage di Bologna Musumeci è condannato in primo grado a 10 anni per calunnia pluriaggravata.
- 18 luglio 1990: gli anni di condanna sono ridotti a tre in appello, e condonati. Il 12 febbraio 1992 la corte di cassazione annulla la sentenza di appello e il processo ricomincia.
- 16 maggio 1994: la corte d'appello di Bologna condanna Musumeci per i depistaggi ad 8 anni e 5 mesi di reclusione.[2][14][15]
- 23 novembre 1995: la corte di cassazione conferma la condanna in appello[2].
Nel 2021 sembra che fosse ancora vivo, superati i cent'anni[16].
Influenza culturale
Alla sua figura è ispirato il personaggio letterario Zeta che compare nel libro Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo e nella serie televisiva omonima.
Note
Bibliografia
- Riccardo Bocca, Tutta un'altra strage, Milano, Rizzoli, 2007, ISBN 88-17-01692-6.