Patriarcato di Gerusalemme dei Latini

patriarcato cattolico romano con sede a Gerusalemme

Il patriarcato di Gerusalemme dei Latini (in latino Patriarchatus Hierosolymitanus Latinorum) è una sede della Chiesa cattolica. Nel 2022 contava 340 166 battezzati. È retto dal patriarca cardinale Pierbattista Pizzaballa, O.F.M.

Patriarcato di Gerusalemme dei Latini
Patriarchatus Hierosolymitanus Latinorum
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
 
Patriarcacardinale Pierbattista Pizzaballa, O.F.M.
Vicario generaleWilliam Hanna Shomali[1]
AusiliariWilliam Hanna Shomali[1],
Rafic Nahra[2],
Bruno Varriano, O.F.M.[3]
Patriarchi emeritiMichel Sabbah,
Fouad Twal
Presbiteri490, di cui 99 secolari e 391 regolari
694 battezzati per presbitero
Religiosi636 uomini, 979 donne
Diaconi8 permanenti
 
Battezzati340.166
Parrocchie68 (6 vicariati)
 
Erezione1099, ristabilita 23 luglio 1847
Ritoromano
CattedraleSanto Sepolcro
ConcattedraleSantissimo Nome di Gesù (procattedrale)[4]
Santi patroniBeata Vergine Maria, Regina di Terrasanta;
san Giacomo il Minore
IndirizzoPatriarcat Latin, P.O. Box 14152, 9114101 Jerusalem [Old City]
Sito webwww.lpj.org
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
 
La curia patriarcale con la procattedrale del Santissimo Nome di Gesù.
Facciata della procattedrale del Santissimo Nome di Gesù.
La parrocchia di rito latino di Pafo, a Cipro.
Il patriarca latino di Gerusalemme, di James Tissot.

Territorio

Il patriarcato estende la sua giurisdizione sui fedeli cattolici di rito latino residenti in Israele, Palestina, Giordania e Cipro.

Sede patriarcale è la città di Gerusalemme, dove si trovano la basilica cattedrale del Santo Sepolcro e la procattedrale del Santissimo Nome di Gesù.

Il seminario, invece, si trova a Beit Jala, una cittadina sita 10 km a sud di Gerusalemme in territorio palestinese.

Il territorio è suddiviso in 68 parrocchie, raggruppate in 6 vicariati:

  • vicariato patriarcale di Gerusalemme e Palestina, con sede nella curia patriarcale, guidato dal vescovo ausiliare e vicario generale William Hanna Shomali, vescovo titolare di Lidda;
  • vicariato patriarcale di Israele, con sede a Nazaret, guidato dal vescovo ausiliare Rafic Nahra, vescovo titolare di Verbe;
  • vicariato patriarcale di Giordania, con sede ad Amman, guidato dal presbitero Jihad Shweihat;
  • vicariato patriarcale di Cipro, con sede a Nicosia, guidato dal vescovo ausiliare Bruno Varriano, O.F.M., vescovo titolare di Astigi;
  • vicariato patriarcale San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele, con sede a Gerusalemme, guidato dal presbitero Piotr Zelasko;
  • vicariato patriarcale per i migranti e i richiedenti asilo in Israele, con sede a Gerusalemme, guidato dal presbitero Matthew Marcel Coutinho, S.D.B.

Cattedrale

Quando il patriarcato latino fu ripristinato nel 1847, la basilica del Santo Sepolcro fu eretta a cattedrale latina, anche se già era sede della cattedra del patriarca greco.[5] Tuttavia, il patriarca latino vi può celebrare solo nei tempi e negli spazi assegnati alla comunità francescana della Custodia di Terra Santa dallo Statu Quo e secondo gli accordi con la stessa. Lo Statu Quo è un firmano ottomano del 1852, tuttora in vigore anche per effetto dell'Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di Israele del 1993,[6] che assegna i diritti sul Santo Sepolcro alle varie confessioni cristiane presenti: oltre ai francescani, vi sono gli armeni, i copti, i siri e i greco-ortodossi.

Poiché il patriarca latino non può disporre liberamente della basilica del Santo Sepolcro, la chiesa del Santissimo Nome di Gesù, consacrata nel 1872 all'interno del complesso edilizio dove risiede il patriarca, svolge le funzioni di cattedrale in alcune occasioni. Originariamente definita concattedrale, nel 2022 è stato mutato il titolo in procattedrale perché spiega meglio il suo effettivo status e per sottolineare la maggiore importanza della basilica del Santo Sepolcro come cattedrale del patriarcato.[4]

Basiliche minori

Le seguenti chiese del patriarcato hanno il titolo di basiliche minori, conferito dalla Santa Sede:

Storia

Cronologia

Patriarcato crociato

Il 15 luglio 1099 Gerusalemme fu conquistata dai crociati, che inaugurarono così il regno di Gerusalemme, che durò per quasi duecento anni.

Fino a quel momento, tutti i cristiani in Terra Santa erano stati sotto la giurisdizione del patriarca ortodosso di Gerusalemme, ma i crociati non accettarono di essere sottoposti ad un religioso di rito bizantino, membro di una Chiesa separata da quella di Roma dopo il Grande Scisma del 1054 tra Oriente e Occidente. Perciò, il 1º agosto 1099 i religiosi crociati crearono il patriarcato di Gerusalemme dei latini e ne nominarono primo titolare Arnolfo di Rœux. Il patriarca greco Simone II finì per rifugiarsi a Costantinopoli attorno al 1107, e un suo successore non rivedrà Gerusalemme che nel 1187.

Fu istituita una gerarchia ecclesiastica latina, di rito romano: durante l'esistenza del regno di Gerusalemme il patriarcato latino era diviso in quattro arcidiocesi a capo delle quali vi erano rispettivamente gli arcivescovi di Tiro, Cesarea, Nazaret e Petra; aveva come diretti suffraganei i vescovi di Lidda-Ramla, Betlemme, Ebron e Gaza e gli abati del Tempio, del Monte Sion e del Monte degli Ulivi.

Il patriarca latino controllava inoltre il Quartiere latino della città di Gerusalemme (il Santo Sepolcro e le immediate vicinanze).

Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187, la sede del patriarcato fu trasferita a Tiro, poi a San Giovanni d'Acri nel 1191. Il patriarca tornò a Gerusalemme nel 1229, quando la città fu restituita ai Crociati, poi di nuovo a San Giovanni d'Acri nel 1244. San Giovanni d'Acri aveva una sua diocesi, ma le due furono unite nel 1263.

Quando, con la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291, le ultime vestigia del regno furono conquistate dai Mamelucchi, la storia del patriarcato, che corrispondeva approssimativamente al territorio del regno di Gerusalemme, terminò.

Tuttavia, la Chiesa cattolica continuò a nominare patriarchi di Gerusalemme titolari che, dopo il 1374, ebbero la loro sede nella basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma.

Nel XIV secolo, oltre a questa basilica, il patriarca mantenne la competenza su numerosi domini orientali rimasti in mani latine (le isole greche di Cipro, Lesbo, Chio, Creta, Rodi, Nasso, ed altre minori), ma questi possedimenti diminuirono con il progredire, nel tempo, delle conquiste turche.

I patriarchi residenti dal 1847

L'insegna all'ingresso della curia patriarcale a Gerusalemme.

Nel 1842 la Chiesa anglicana istituì un vescovo anglicano di Gerusalemme; subito dopo fu la Chiesa ortodossa russa ad inviare una missione in Palestina.

Il 23 luglio 1847, con il breve Nulla celebrior, papa Pio IX decise di ripristinare il patriarcato di Gerusalemme dei latini, ma con un significato diverso rispetto al patriarcato crociato: non veniva più messo in discussione il fatto che il patriarca greco-ortodosso fosse il legittimo successore del primo vescovo di Gerusalemme.[12] Il 4 ottobre fu annunciato che l'Impero ottomano autorizzava il reinsediamento, con competenza estesa su Palestina e Cipro.

Nel 1850 il primo patriarca dopo la restaurazione, Giuseppe Valerga, istituì il seminario, con lo scopo di formare un clero diocesano locale; nel 1857 lo stesso patriarca ne trasferì la sede da Gerusalemme a Beit Jala.

Per evitare coinvolgimenti in questioni a carattere nazionale, furono scelti come patriarchi solo ecclesiastici di nazionalità italiana fino al 1987, quando papa Giovanni Paolo II nominò il palestinese Michel Sabbah, primo arabo a ricoprire questa carica, a cui successe nel 2008 il giordano Fouad Twal.

Prerogative del patriarca

Il patriarca di Gerusalemme dei Latini è l'unico tra i vescovi cattolici di rito latino a portare il titolo di "sua beatitudine".

È di diritto membro del Consiglio dei patriarchi cattolici d'Oriente, presidente della Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe, presidente dell'Assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa e gran priore dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Cronotassi dei patriarchi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Patriarchi insediati a Gerusalemme (1099-1187)

Patriarchi insediati a San Giovanni d'Acri (1187-1291)

Patriarchi titolari (1295-1847)

La basilica di San Lorenzo fuori le mura, a Roma, sede del patriarca di Gerusalemme dei Latini dal 1374 al 1847. Il beato Pio IX, che ripristinò la sede residenziale, scelse la basilica per la propria sepoltura.

Patriarchi di Gerusalemme (sede restaurata, dal 1847)

Dal 1847 tutti i patriarchi sono stati sepolti nella procattedrale del Santissimo Nome di Gesù, con l'unica eccezione del cardinale Filippo Camassei, morto a Roma il 18 gennaio 1921 dopo aver rinunciato al governo pastorale del patriarcato, e sepolto nella tomba della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli (allora Propaganda Fide) nel cimitero di Campo Verano.

Statistiche

Il patriarcato nel 2022 contava 340.166 battezzati.

annopopolazionepresbiteridiaconireligiosiparrocchie
battezzatitotale%numerosecolariregolaribattezzati per presbiterouominidonne
195032.9123.120.0001,12825922311637886252
197050.0715.935.3500,8344692751454361.14855
198056.301??360942661564721.22163
199062.955??368902781714801.09964
199877.000??3687529320915491.14465
200277.000??3717829320715491.14465
200477.000??372792932064981.14465
200577.000??2487517331013131.10365
200778.215??2498916031414411.11365
2010160.700??4177833938547581.08466
2011161.400??4146634838915821.07665
2012161.400??4227434838245961.07666
2015293.053??4648138363195901.06266
2016296.120??4698438457495791.06466
2018313.000??4809538565295721.03267
2019321.500??4801023786701061799771
2020327.653??49296396665961497968
2022340.166??49099391694863697968

Note

Bibliografia

  • Denys Pringle, The churches of the Crusader Kingdom of Jerusalem: a corpus, Cambridge University Press, Bd. I (A-K), 1993. ISBN 0-521-39036-2/Bd. II (L-Z), 1998. ISBN 0-521-39037-0
  • Bernard Hamilton, The Latin Church in the Crusader States: the Secular Church, London, Variorum Publications, 1980, ISBN 9780860780724
  • W. Hotzelt, Kirchengeschichte Palästinas im Zeitalter der Kreuzzüge 1099-1291, ed. Bachem, coll. «Kirchengeschichte Palästinas von der Urkirche bis zur Gegenwart» n° 3, Köln, 1940, p. 253
  • Hans Eberhard Mayer, Bistümer, Klöster und Stifte im Königreich Jerusalem (Schriften der Monumenta Germaniae Historica 26), Stuttgart, Hiersemann, 1977. ISBN 3-7772-7719-3
  • Charles D. Du Cange, Nicolas Rodolphe Taranne; Emmanuel Guillaume Rey, Les familles d'outre-mer, in Documents inédits, ristampa, Ayer Publishing, 1971 [1869], pp. 713 e seguenti, ISBN 978-0-8337-0932-5.

Voci correlate

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