Padenghe sul Garda

comune italiano

Padenghe sul Garda (Padenghe in dialetto gardesano[4]) è un comune italiano di 4 805 abitanti della provincia di Brescia del basso Garda, in Lombardia.

Padenghe sul Garda
comune
Padenghe sul Garda – Stemma
Padenghe sul Garda – Bandiera
Padenghe sul Garda – Veduta
Padenghe sul Garda – Veduta
Veduta dell'abitato e del castello
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoAlbino Zuliani (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°30′30″N 10°30′59″E
Altitudine127 m s.l.m.
Superficie26,81 km²
Abitanti4 850[1] (30-11-2023)
Densità180,9 ab./km²
Comuni confinantiBardolino (VR), Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Lazise (VR), Lonato del Garda, Moniga del Garda, Sirmione, Soiano del Lago
Altre informazioni
Cod. postale25080
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017129
Cod. catastaleG213
TargaBS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 355 GG[3]
Nome abitantipadenghini
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Padenghe sul Garda
Padenghe sul Garda
Padenghe sul Garda – Mappa
Padenghe sul Garda – Mappa
Posizione del comune di Padenghe sul Garda nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Geografia fisica

Territorio

Idrografia

Clima

Storia

Padenghe nel Risorgimento

Padenghe, nel 1848, è stata sede di un piccolo fatto d'arme.

Facendo un piccolo passo in dietro, a partire da marzo le città del Lombardo-Veneto si infiammano con l'obiettivo di scacciare gli Austriaci, come ad esempio avvenne con le Cinque Giornate di Milano. A Brescia i sentimenti anti-austriaci crebbero, pur senza sfociare in una rivolta vera a propria come a Milano, per cui il comandante austriaco dapprima concesse alcuni benefici ai patrioti, come la creazione della Guardia Civica, ed in un secondo momento decise di abbandonare la città vista l'impossibilità di ricevere i rinforzi.

Il 25 marzo Don Boifava, prete di Serle e patriota, venne a sapere che una colonna Austriaca, uscita da Cremona (altra città insorta), marciando verso nord, era accampata a Padenghe. Boifava si recò con 15 serlesi a Lonato, per congiungersi con altri volontari. dopo di che si diresse verso Padenghe, dove sperava di aumentare il numero dei suoi seguaci, ma avvenne solo in parte.

L'obiettivo constava nell'attaccare durante la notte la colonna composta da 84 ufficiali e 300 soldati, secondo Boifava, mentre secondo Odorici il numero dei soldati e degli ufficiali era circa la metà, ma con la presenza di donne e bambini e la cassa della guarnigione.

Boifava, con i suoi armati, si recò all'accampamento imperiale dove riuscì a disarmare le sentinelle, quindi puntò verso le carrozze degli ufficiali, i quali (con a capo il colonnello barone Wimpffen; il comandante in capo era il generale Schönhals, ma non viene menzionato durante i dialoghi con il curato) li videro e scesero da esse ed iniziò una discussione fra costoro e il curato serlese. Nella discussione gli austrici sostenevano di poter passare incolumi perché avevano il salvacondotto delle autorità patriote Cremonesi, però Boifava, a sua volta, sosteneva che tale documento valeva esclusivamente in territorio cremonese, mentre ora erano in territorio bresciano; per cui se non avessero deposto le armi "sarebbero stati massacrati". Alzatosi il livello della voce, arrivarono altri ufficiali, per cui Boifava, coi suoi volontari si ritirò. Sempre in quella notte Boifava ritornò, con i suoi in modo compatto ed intimò nuovamente la resa. Quindi ebbe un lungo dialogo con il colonnello, altri ufficiali e il cappellano militare austriaco, ripetendo che erano circondati da patrioti. I quali avrebbero attaccato appena le campane avessero iniziato a suonare a stormo. Ovviamente si trattava di un bluff, in quanto il curato di Serle non disponeva di tale forza militare.

Ormai la notte stava per finire, quando iniziarono a suonare le campane per invitare i fedeli alla preghiera dell'Ave Maria, temendo che fosse il segnale di attacco gli ufficiali austriaci decisero di consegnarsi a Boifava, questo perché oltre alle campane arrivò, a cavallo, l'avvocato Longhena: un patriota desenzanese, che con la spada sguainata intimò la resa.

I prigionieri furono scortati a Desenzano, quindi a Brescia ed infine a Milano. [5]


Simboli

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Padenghe sul Garda sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 26 giugno 2006.[6][7]

«Di azzurro, al leone d'oro, linguato e allumato di rosso, afferrante con la zampa anteriore destra il giglio di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il castello

Tra i monumenti più significativi vi sono il Castello di Padenghe di epoca medievale, edificato intorno all'anno 1000, la pieve di Sant'Emiliano, risalente anch'essa al periodo medievale, la chiesa della Madonna della neve e di S. Giovanni Battista decollato in frazione Villa, la chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria e di S. Eurosia del 1720 in frazione Pratello, il santuario della Beata Vergine della Torricella a destra del cimitero del 1692, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e Sant'Emiliano del 1600 e Palazzo Barbieri, sede del municipio, risalente al Settecento.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[8]

Amministrazione

SindacoPartitoCoalizioneMandatoElezione
InizioFine
1Ilio BazoliIndPCI-PSI-PSDI26 maggio 198527 maggio 19901985
PCI-PSDI27 maggio 199024 aprile 19951990
Elezione diretta (dal 1995)
2Fabio Berettalista civicacentro-destra24 aprile 199514 giugno 19991995
3Giancarlo Allegrilista civicacentro-destra14 giugno 199914 giugno 20041999
14 giugno 20048 giugno 20092004
4Patrizia Avanzinilista civicacentro-sinistra8 giugno 200926 maggio 20142009
26 maggio 201427 maggio 20192014
5Albino Zulianilista civicaFdI-PD27 maggio 2019(4 maggio 2021)2019
centro-destra[9](4 maggio 2021)in carica

Sport

Atletica leggera

A Padenghe è presente sul territorio comunale dal 1987 quando l´Atletica Vighenzi Padenghe cominciava a muovere i primi passi sui campi e sulle piste bresciane.

la società è iscritta alla FIDAL, federazione italiana di atletica leggera, conta circa 100 atleti nelle varie categorie dalle giovanili ai master. Il suo presidente è Busseni Angela.

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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