Operazione Gedeone

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Operazione Gedeone
parte Crisi presidenziale venezuelana del 2019
Maduro mostra alla stampa i passaporti di Airan Berry e Luke Denman, ex membri delle Forze Speciali degli Stati Uniti
Data3-4 maggio 2020
LuogoMacuto e Santiago Mariño[1], Venezuela
EsitoVittoria venezuelana
Schieramenti
Silvercorp USA
Bandiera del Venezuela Dissidenti venezuelaniSupportati da
Juan Guaidó[2]
Bandiera del Venezuela Venezuela
Comandanti
Jordan Goudreau
Airan Berry
Luke Denman
Bandiera del Venezuela Robert Colina ()
Bandiera del Venezuela Clìver Alcalà
Bandiera del Venezuela Javier Nieto
Bandiera del Venezuela Antonio Sequea
Bandiera del Venezuela Nicolás Maduro
Bandiera del Venezuela Vladimir Padrino López
Bandiera del Venezuela Diosdado Cabello
Bandiera del Venezuela Néstor Reverol
Effettivi
300 paramilitari[3]252 militari[4][5]
~800 pescatori[6]
Perdite
8 morti
79 prigionieri
nessuna
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La Operazione Gedeone (spa: Operación Gedeón, ing: Operation Gideon) fu un tentativo segreto da parte dei dissidenti venezuelani e della compagnia militare privata americana Silvercorp USA di addentrarsi via mare nel Venezuela e rovesciare il governo di Nicolas Maduro in favore di Juan Guaidò.

L'obbiettivo prestabilito da parte della Silvercorp USA e dei dissidenti era di invadere il porto della cittadina di Macuto così da prendere il controllo del vicino Aeroporto Internazionale Simòn Bolivar, situato a 21 km a nord dalla capitale venezuelana Caracas. Il fine ultimo della missione era la cattura del presidente Nicolas Maduro e altri esponenti di spicco del governo bolivariano.

In Venezuela

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In Venezuela la vittoria sugli invasori ebbe un grande effetto sull'opinione pubblica, confermando l'appoggio popolare al governo di Maduro manifestato nelle elezioni presidenziali del 2018. Peculiare fu il coinvolgimento accidentale della comunità di pescatori di Chuao (frazione di Santiago Mariño), che rispose offrendosi di partecipare a un'azione congiunta con le Forze Armate il 4 maggio, contribuendo alla cattura di 8 paramilitari. I pescatori di Chuao, così come i militari coinvolti, ricevettero poi un encomio da parte di Maduro.[7]

In seguito all'Operazione Gedeone il governo venezuelano darà inizio a "Escudo Bolivariano", piano militare finalizzato alla maggiore salvaguardia della costa venezuelana, che prevede lo schieramento di 25.000 soldati pronti a intervenire rapidamente e addestramenti su larga scala in caso di invasione.[8]

Il governo venezuelano accusò pubblicamente Stati Uniti e Colombia, principali sostenitori di Juan Guaido nella crisi presidenziale venezuelana, di essere collusi con l'iniziativa della Silvercorp USA. Tali accuse verranno poi supportate anche da Cuba e dalla Russia, che provvederà poi il 20 maggio a convocare un incontro del Consiglio di sicurezza dell'ONU per dibattere dell'accaduto con gli Stati Uniti.[9][10]

D'altra parte, Stati Uniti e Colombia hanno negato qualsiasi tipo di legame tra i rispettivi governi e l'Operazione Gedeone.[11][12]

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