Mutua intelligibilità

abilità di parlanti di idiomi distinti di comprendere l'un l'altro

In linguistica, la mutua intelligibilità o intercomprensione è la proprietà che caratterizza un gruppo di lingue distinte quando i rispettivi parlanti possono capire con relativa facilità la lingua dell'altro, senza doverla apprendere.[1][2] L'intercomprensione reciproca può essere asimmetrica fra le lingue, nel caso in cui il parlante di una lingua capisca più e più facilmente la lingua dell'altro piuttosto che il contrario.

I più importanti continua linguistici in Europa

Affinché un individuo acquisisca la competenza base sufficiente a comprendere una seconda lingua (denominata L2),[3] oltre alla lingua materna o prima lingua (L1)[3] sono richiesti tempi e sforzi considerevoli attraverso lo studio e/o la pratica diretta. Tuttavia, per i numerosi gruppi delle lingue appartenenti alla medesima famiglia e di prossima filogenesi, simili per grammatica, vocabolario, pronuncia o altre caratteristiche, per i rispettivi parlanti è spesso relativamente facile realizzare un certo grado di intercomprensione.

Tale mutua intelligibilità esiste fra molte lingue geograficamente prossime o appartenenti alla medesima famiglia linguistica, spesso nel contesto del continuum dialettale. Le lingue reciprocamente comprensibili possono essere creoli o varianti geograficamente adiacenti di due lingue indipendenti,[4] tuttavia, la chiarezza fra le lingue può variare fra gli individui o le comunità, secondo la loro conoscenza dei vari registri e del vocabolario della loro propria lingua, il loro interesse o nella familiarità con altre culture.

Asimmetria nell'intelligibilità

L'intelligibilità asimmetrica è un comune fenomeno che si presenta quando in una coppia di lingue considerate mutuamente intelligibili, i parlanti di una lingua hanno maggior facilità nel comprendere l'altra lingua rispetto al caso opposto.[1] Questo può succedere quando le due lingue sono imparentate ma una ha una grammatica semplificata; pertanto i parlanti della lingua più complessa riescono a comprendere la lingua semplificata mentre il contrario è più difficile. Per esempio, i locutori dell'olandese trovano più semplice comprendere la lingua afrikaans rispetto al viceversa.[5] Caso analogo riguarda l'islandese e le altre lingue scandinave: la prima, presentando caratteristiche pressoché invariate dal norreno,[6] è considerata più difficile da comprendere dai parlanti delle altre lingue del ramo.

Lingue mutuamente intelligibili o varianti di una stessa lingua?

Secondo molti linguisti, due o più lingue che dimostrano un grado sufficientemente alto di chiarezza reciproca non dovrebbero essere considerate lingue distinte ma varianti della stessa lingua.[7] Per contro, a volte, lingue considerate come varietà di una stessa lingua - secondo credenze popolari, questioni politiche o per convenzione storica - non sono in pratica reciprocamente intercomprensibili (vedi dialetto e continuum dialettale).

Lista delle lingue intercomprensibili in varia misura

Nella forma scritta e parlata

Lingue indoeuropee

Lingue austronesiane

Tai-kadai

Lingue turche

Lingue ugro-finniche

Bantu

Afro-asiatiche

  • Molte varianti del berbero, in particolare nei dialetti del nord, tra i berberi tamazight.

Solo nella forma parlata

Lingue altaiche

Lingue indoeuropee

Lingue semitiche

La lingua maltese e alcuni dialetti arabi tunisini sono in una certa misura intercomprensibili ma gli influssi dell'italiano, del siciliano e dell'inglese sul lessico maltese ne limitano enormemente la reciproca comprensione.

Solo nella forma scritta

  • Tutte le varietà della lingua cinese, come per esempio il mandarino e il cantonese, tranne nel caso si utilizzino vernacolarismi o rappresentazioni dirette della lingua parlata. I locutori di tutti i dialetti cinesi moderni hanno poca difficoltà nell'intendere il cinese scritto, specie dopo l'istruzione scolastica secondaria. La cosa non è sorprendente perché lo sviluppo storico delle caratteristiche peculiari della scrittura cinese, cioè l'uso di ideogrammi non associati direttamente alla pronuncia, fu motivato e incentivato soprattutto dall'esistenza per più di 2000 anni di una vastissima entità statale, l'Impero cinese, caratterizzato da una grandissima varietà di lingue molto diverse tra di loro. In questo contesto, l'adozione e lo sviluppo di un sistema di scrittura ideografico non correlato direttamente dalla pronuncia ha consentito nei secoli la comunicazione dei concetti e delle idee. Semplicemente ognuno poteva leggere foneticamente in maniera diversa ciò che era stato espresso tramite ideogrammi non fonetici.
  • Meno naturale è il fatto che il cinese scritto può essere parzialmente inteso dai giapponesi altamente competenti nella lettura della loro lingua; l'inverso è sempre possibile ma con un grado di comprensione inferiore in quanto il largo uso di caratteri fonetici nel giapponese ne aumenta la difficoltà. Questo perché la struttura fonetica della lingua giapponese, basata su parole multisillabe con netta prevalenza di sillabe con schema [CV], è completamente diversa da quella dei linguaggi fonetici cinesi, basata largamente su parole monosillabiche e su una sintassi relativamente semplice, e che quindi si prestano bene ad essere rappresentati da singoli ideogrammi.
  • Un parlante di islandese può leggere il norreno e il faroese senza particolari difficoltà.
  • tedesco e olandese sono parzialmente intelligibili nella forma scritta, tuttavia le lingue parlate sono molto difficili da comprendere. In effetti i locutori olandesi possono capire meglio il tedesco scritto che viceversa.[5]
  • francese e italiano hanno un vocabolario simile, ma le ampie differenze fonetiche le rendono maggiormente intercomprensibili a livello scritto e tuttavia in maniera asimmetrica, per cui per un locutore di italiano è più facile comprendere il francese nella sua forma scritta, piuttosto che il contrario.
  • I greci che conoscono la katharevousa possono leggere il greco classico con qualche difficoltà. La sola conoscenza del greco moderno (inteso come dhimotikì) non permette la comprensione del greco antico: la semplificazione operatasi nei secoli ha eliminato o sostituito gran parte delle strutture fondamentali del greco classico.
  • Un locutore in ebraico può generalmente leggere l'ebraico antico e la mishnah con poca difficoltà.
  • Le lingue dravidiche del sud dell'India, la telugu e la lingua kannada.

Lingue non mutuamente intelligibili

  • Molte lingue germaniche, benché imparentate, non sono generalmente mutuamente intelligibili.
  • arabo orientale e arabo magrebino.
  • malese e indonesiano non sono intercomprensibili con il tagalog.
  • varie lingue sinitiche o dialetti cinesi come cinese mandarino e cantonese parlati.
  • diverse lingue romanze, nonostante appartengano alla stessa famiglia, non sono intercomprensibili quando sono geograficamente distanti.
  • le lingue slave sono reciprocamente comprensibili, seppur in gradi differenti.
  • la lingua ungherese e le altre della famiglia ugro-finnica non sono mutualmente intelligibili in nessun modo.
  • la lingua lettone e quella lituana, le due grandi lingue appartenenti alla famiglia baltica, non sono intercomprensibili, nonostante abbiano una grammatica simile.
  • la lingua greca non è generalmente mutuamente intelligibile con molti dialetti greci, in special modo con quelli sviluppatisi in comunità isolate, quali il grico, il greco cipriota e il greco pontico.
  • la lingua maltese, appartenente alla famiglia delle lingue semitiche solitamente non è in nessun modo intelligibile con la lingua siciliana. Alcune frasi, però, possono essere espresse enfatizzando il lessico di origine romanza oppure il lessico di origine semitica. La scelta della varietà lessicale può sottintendere una preferenza culturale e politica verso uno stile più "continentale" oppure verso uno stile più autoctono. Per esempio la frase "il tempio è situato dall'altra parte della piazza del villaggio" può essere espressa come: "It-tempju sitwat oppost il-pjazza tal-villaġġ" oppure "Il-maqdes jinsab biswit il-misraħ tar-raħal". La non intelligibilità è quindi sovente determinata dalla grammatica tipicamente non romanza.

Lingue un tempo mutuamente intelligibili, ora estinte

Note

  • ^ (EN) Peter Bellwood, James J. Fox e Darrell Tryon (a cura di), The Austronesians: Historical and Comparative Perspectives, Canberra, ANU Press, 2006, DOI:10.22459/a.09.2006, ISBN 978-1-920942-85-4.
  • ^ (EN) Santiago Villafania | Pangasinan Poet, su dalityapi.com, 6 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2012).
  • ^ a b c (EN) UCLA International Institute, Center for World Languages, Language Materials Project: Turkish, su lmp.ucla.edu, febbraio 2007 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
  • ^ (TR) Hülya Kasapoğlu Çengel, Ukrayna'daki Urum Türkleri ve Folkloru] (PDF), in Milli Folklor, vol. 16, n. 16, 2004, p. 59.
  • ^ a b (EN) Kenenth Katzner e Kerk Miller, The Languages of the World, 3ª ed., Londra – New York, Routledge, 2002, ISBN 9780415250047.
  • ^ (EN) Rachel Angogo, Language and Politics in South Africa, in Studies in African Linguistics, vol. 9, n. 2, elanguage.net.
  • ^ (EN) Center for East European and Russian/Eurasian Studies, Uzbek, su ceeres.uchicago.edu.
  • ^ (EN) Mark Avrum Ehrlich, Encyclopedia of the Jewish Diaspora: origins, experience and culture, vol. 1, ABC-CLIO, 2009, p. 192, ISBN 978-1-85109-873-6.
  • ^ (EN) Working Papers of the Linguistics Circle of the University of Victoria: WPLC., WPLC, Department of Linguistics, University of Victoria, 1997, p. 66.
  • ^ (EN) Aviva Ben-Ur e Louis Nissim Levy, A Ladino Legacy: The Judeo-Spanish Collection of Louis N. Levy, Alexander Books, 2001, p. 10, ISBN 978-1-57090-160-7.
  • Voci correlate

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