Liu E
Liu E[1], oppure Liu O, o anche T'ieh-yün (劉鶚T, 刘鹗S, Liú ÈP; Distretto di Dantu, 18 ottobre 1857 – Ürümqi, 23 agosto 1909), è stato uno scrittore e archeologo cinese.
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Biografia
Liu E, figlio del funzionario provinciale Liu Chengzhong,[2] visse in un periodo di decadenza politica ed economica della Cina, e la sua esistenza tormentata rispecchiò le difficoltà dell'epoca.[3]
Uomo di grande cultura scientifica e letteraria,[4] studiò materie scientifiche, come astronomia, matematica, oltre che musica,[5]epigrafia cinese;[3] ebbe cariche burocratiche, si occupò di numerosi lavori governativi relativi alla gestione delle alluvioni, delle carestie e alla costruzione di ferrovie,[2] dopo di che sostenne i promotori di riforme di tipo occidentale[4][2] e tentò di sfruttare le miniere di ferro con metodi più moderni.[3]
La sua personalità si caratterizzò per una grande irrequietezza, differente dalla tipica figura del letterato confuciano.[3]
Si avvicinò alla cosiddetta filosofia Taigu, alla ricerca di una base intellettuale e spirituale per la sua vita.[5]
Tra le sue opere letterarie è da menzionare il romanzo autobiografico Lao Ts'an yu-chi (I viaggi di Lao Can), pubblicato tra il 1902 e il 1905 su un giornale di Tientsin,[4] incentrato su una satira acuta e pittoresca contro la burocrazia ed il conservatorismo e con un appello a salvare la Cina del decadente impero Qing, ritratta come una nave che affonda e deve essere salvata con gli strumenti occidentali (cioè bussola e compasso).[3][2]
In questa opera, l'autore, espresse il suo appoggio al partito riformista, anche se criticò sia i riformatori sia i rivoluzionari. Questa sua opinione gli causò problemi, perché fu accusato di corruzione dalle autorità[4] e venne condannato alla perdita delle sue proprietà e all'esilio nel Turkestan Orientale, dove morì poco dopo.[3][2]
Sia per la vivacità della lingua sia per le tematiche descritte, l'opera ottenne un grande e durevole successo, divenendo, un esempio di rinnovamento della lingua cinese scritta.[4]
Come archeologo fu il primo a collezionare le ossa oracolari della seconda dinastia cinese e a studiare le iscrizioni contenute su di esse, aprendo le porte alla conoscenza dell'antica società cinese.[3]
Note
Bibliografia
- (ZH) Delong Liu, Xi Zhu e Deping Liu, Liu E ji Laocan you ji zi liao, Sichuan, Sichuan ren min chu ban she, 1985.
- (ZH) Delong Liu, Xi Zhu e Deping Liu, Liu E xiao zhuan, Tianjin Shi, Tʻenjin ren min chu ban she, 1987.
- (ZH) Huisun Liu, Tieyun shi cun, Qi lu shu she, 1980.
- (ZH) Yixue Jiang, Liu E nian pu, Jinan, Qi Lu shu she, 1980.
- Stefania Stafutti, Hu Shi e la «Questione della lingua», Le Lettere, 1991.
- Idema Wilt e Halft Lloyd, Letteratura cinese, Libreria Editrice Cafoscarina, 2008.
- (EN) Timothy C. Wong, Liu E in the Fang-shih Tradition, in Journal of the American Oriental Society, vol. 112, n. 2, 1992, pp. 302-306.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Liu E, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Liu E, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Liu E, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Liu E, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Liu E, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Audiolibri di Liu E, su LibriVox.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 83992707 · ISNI (EN) 0000 0003 6865 2112 · BAV 495/215135 · Europeana agent/base/75219 · LCCN (EN) n82017916 · GND (DE) 118945238 · BNE (ES) XX1695497 (data) · BNF (FR) cb120159726 (data) · J9U (EN, HE) 987007264771705171 · NSK (HR) 000612660 · NDL (EN, JA) 00626803 · CONOR.SI (SL) 168076643 |
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