Linea 1 (metropolitana di Napoli)

linea della metropolitana di Napoli

La linea 1 è una linea della metropolitana di Napoli che collega la città da nord-ovest, con capolinea Piscinola-Scampia, a sud-est, con capolinea Garibaldi. È la prima linea metropoltana in sede propria costruita per la città. È gestita dalla società ANM.

Linea 1
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Convoglio CAF Inneo "Mohini" in transito a Colli Aminei
ReteMetropolitana di Napoli
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàNapoli
InizioPiscinola-Scampia
FineGaribaldi
Apertura1993
Ultima estensione2021
GestoreANM
Sito webwww.anm.it
Caratteristiche
Stazioni19 (+8 in costruzione)
Lunghezza18,8 km
Distanza media
tra stazioni
847 m
Velocità media60 km/h
Tempo di percorrenza34 min
Trazione1500 V CC
Scartamento1 435 mm
Materiale rotabileCAF Inneo e M1
Statistiche 2023
Passeggeri giornalieri96 000[1]
Passeggeri annuali35 000 000[1]
Mappa della linea
pianta
pianta

La tratta operativa ha una frequenza media dichiarata di una corsa ogni 9 minuti (dalle ore 6 alle ore 21), talvolta potenziata nelle ore di punta feriali ogni 8 minuti, mentre nelle rimanenti fasce orarie (dalle 21 a fine servizio) ogni 15 minuti[2][3].

La linea si sviluppa lungo 18,8 km[4] per 19 stazioni, con un tempo di percorrenza di 34 minuti. La linea, a causa della complessità morfologica del territorio napoletano, ha delle pendenze molto elevate. Anche il percorso è molto complesso: vi è infatti un tratto in cui la metropolitana fa una curva molto stretta e molto in pendenza, ed un altro tratto in cui passa per lo stesso punto dove era passata in precedenza, ma più in profondità. La maggior parte del tragitto si sviluppa in galleria, tranne il tratto Colli Aminei-Piscinola-Scampia, che si sviluppa su viadotto e con stazioni sopraelevate. La linea 1 è nota anche come "metropolitana collinare" in quanto serve diverse zone collinari della città, come il Vomero, i Colli Aminei, e la zona ospedaliera.

Al marzo 2024 risultano in costruzione le tratte da Garibaldi a Capodichino e da Piscinola-Scampia a Di Vittorio, in modo tale da poter completare l’anello.

Incrocia la linea 2 nelle stazioni di Napoli Piazza Garibaldi a Garibaldi e di Napoli Piazza Cavour a Museo. Incrocia la linea 11 nella stazione di Piscinola Scampia a Piscinola-Scampia. In corso di completamento è invece l'interscambio con la linea 6 presso Municipio.

Nel 2009, per le sue stazioni dell'arte, la linea 1 ha ricevuto a Londra il Most Innovative Approach to Station Development Award, vincendo fra oltre trecento concorrenti[5].

Storia

Gli inizi: 1963 - 1971

Nel 1963 l'Ente Autonomo Volturno (EAV) propone al Comune di Napoli il progetto di una funicolare che collega il Vomero con il Museo; la Commissione Comunale dei Trasporti però discute su eventuali soluzioni oltre la funicolare. Intorno alla metà del decennio si discute sulla progettazione e costruzione di una vera metropolitana e l'EAV, nel gennaio del 1966, presenta un progetto per collegare Piazza Matteotti con Piazza Medaglie d'Oro, estendibile fino alla Zona ospedaliera e ai Colli Aminei. L'anno successivo il comune approva l'idea e dà "carta bianca" all'EAV per la realizzazione. L'Ente nel frattempo nomina una commissione per lo studio di una linea metropolitana. La metropolitana doveva essere lunga circa 4,5 chilometri e contare 12 stazioni (la distanza tra ogni stazione era di 375 metri): dopo un anno e mezzo il comune approva il progetto e nel giorno dell'approvazione l'EAV propone una versione aggiornata del progetto chiedendo anche la concessione per la costruzione e l'esercizio, che viene rifiutata.

Tra il 1968 e il 1971 intervengono anche l'ATM che tenta di trovare un'alternativa alla cremagliera e l'ATAN presenta un progetto di massima. Nel 1970 chiede un finanziamento che gli viene negato a causa del non elaborato progetto comprensoriale dei trasporti e così falliscono le idee del progetto di massima. Dopo un anno si ricevono i finanziamenti per la realizzazione, circa 42 miliardi di lire, con le condizioni per realizzare il collegamento fino alla stazione centrale. Il progetto viene realizzato ma lo Stato blocca i fondi e non verrà mai realizzato.

Gli anni settanta: la metropolitana di Napoli

Posa della prima pietra a piazza Medaglie d'Oro il 22 dicembre 1976

Nel 1972 nasce la Società Metropolitana di Napoli, fondata da operatori cittadini e aventi un capitale di circa 1 200 000 lire, presentano un progetto al ministero ma non viene accettato, dopo due anni si ebbe un nuovo rifinanziamento per la concessione di realizzazione della metropolitana, le competenze in materia passano alle regioni e il capitale della società sale a 10 000 000 di lire e contemporaneamente si associano la società della Metropolitana di Milano altre piccole imprese che contribuiscono alla realizzazione e alla produzione di fondi necessari. Alla vigilia di Natale del '74 avviene l'approvazione del progetto con soluzioni ottimali per la tratta Bovio-Garibaldi.

Nel triennio 1975-1977 viene approvato il progetto di massima alla commissione interministeriale, nel '76 entra per la realizzazione anche il Consorzio Metronapoli che acquisterà la Società Metropolitana di Napoli con il pacchetto azionario. Il comune concede alla società Mn di realizzare il progetto, affidandone la Progettazione e la Direzione dei Lavori alla Metropolitana Milanese SpA per il suo alto know how nel settore, avendo già realizzato la Linea rossa e la Linea Verde della metropolitana di Milano. Il 22 dicembre del medesimo anno viene posta dal sindaco Maurizio Valenzi e dall'assessore ai trasporti Luigi Buccico la prima pietra per la Stazione Medaglie d'Oro. L'anno successivo viene presentato il progetto di massima con allungamento fino alla nascente periferia popolare di Scampia e Piscinola con l'annesso deposito, l'appropriazione di quest'ulteriore modifica viene approvata nel 1978 con l'aiuto della Comunità europea. Le stazioni previste erano quindi: Garibaldi - Forcella - Duomo - Bovio - Carità - Dante - Museo - Materdei - Salvator Rosa - Cilea - Vanvitelli - Medaglie d'Oro - Montedonzelli - Rione Alto - Policlinico - Colli Aminei - Frullone - Chiaiano - Piscinola.

Gli anni ottanta: la realizzazione della prima tratta

Convoglio della metropolitana di Napoli nel 1996

Nel 1980 si passa alla cantierizzazione di Piazza Vanvitelli. Alla progettazione della stazione partecipa anche l'architetto Michele Capobianco, cui la MM SpA ha affidato il relativo incarico di collaborazione. Il 23 novembre di quell'anno, con la realizzazione di buona parte della stazione e del tratto sotterraneo, il Terremoto dell'Irpinia colpisce lievemente Napoli e i cantieri vengono riveduti per l'adeguamento delle nuove norme antisismiche operato dalla MM SpA con la collaborazione di geologi e strutturisti napoletani. La Comunità Europea finanzia il 33% della spesa totale.

Nel 1983 per mancanza di fondi si bloccano i lavori e nel 1984 il comune accende i mutui per il proseguimento dell'opera. L'anno successivo la MN stipula il contratto per la realizzazione per il tratto Colli Aminei - Piscinola con fondi stanziati dal Comune, dallo Stato e dalla Comunità, in maggio vengono aperti i cantieri per la realizzazione delle stazioni tra piazza Medaglie d'Oro e Colli Aminei. Tra il 1986 e il 1988 aprono i cantieri Colli Aminei-Piscinola e Vanvitelli-Salvator Rosa.

Gli anni novanta: l'apertura delle prime stazioni

La prima tratta, da Vanvitelli a Colli Aminei, venne attivata il 28 marzo 1993.[6] Caratteristica dell'intera tratta sotterranea, fatta eccezione per quella realizzata con scavo a cielo aperto (da piazza Vanvitelli a piazza Medaglie d'Oro), fu quella delle gallerie a doppia canna, una per senso di marcia. Fra le stazioni Vanvitelli e Medaglie d'Oro, inoltre, fu necessario realizzare il piano binari (ovviamente coperto dalla carreggiata stradale mediante un semplice solaio) immediatamente sotto il ponte di via Mario Fiore, riducendo quindi la luce libera sulla sottostante via S.Gennaro ad Antignano (non possono transitarvi, infatti, i veicoli con altezza superiore a 4,5 m.).

Inizialmente la linea era gestita provvisoriamente dalle Ferrovie dello Stato. Successivamente poi, la gestione sarebbe stata trasferita dal Comune di Napoli ad ATAN, oggi ANM[7].

Il 19 luglio del 1995 seguì il tratto in viadotto Colli Aminei-Piscinola.[8]

Tra il 1996 e il 2000 aprirono i cantieri per le tratte Materdei - Dante e la successiva Dante - Garibaldi. Inoltre, con il piano generale dei trasporti vennero cambiati i progetti originari unendo in un unico anello la metropolitana: la tratta completa diventò quindi Piscinola-Dante-Garibaldi-Aeroporto-Piscinola. Venne eliminata dal progetto la stazione Forcella, in quanto troppo vicina a quella di piazza Garibaldi e quindi di fatto inutile. Con la modifica del tracciato venne invece aggiunta la stazione Municipio.

Dal 2000 al 2010: l'arrivo nel centro della città

Treno in stazionamento a Dante
Inaugurazione della stazione Garibaldi (2 dicembre 2013)

Nel 2001 venne aperta la tratta Vanvitelli-Museo,[9] provvisoriamente esercita a binario unico e servita da un collegamento navetta distinto dal resto della linea. All'inizio era presente una sola fermata intermedia, quella di Cilea. Poco dopo, su questa stessa tratta venne aperta la stazione intermedia di Salvator Rosa.

Il 27 marzo 2002 venne attivato il prolungamento da Museo a Dante[10] con l'esercizio del doppio binario essendo quest'ultima stazione dotata di asta di manovra. Nel 2003 aprì la stazione Materdei, intermedia tra Salvator Rosa e Museo, mentre la stazione Cilea venne rinominata "Quattro Giornate", prendendo quindi il nome dall'omonima piazza sotto il quale è ubicata.

Tra il 2004 e il 2005 la stazione Vanvitelli fu soggetta ad un restyling degli ambienti.

Dal 2005, inoltre, si affiancò la linea Arcobaleno, che pur correndo in un tunnel differente ricalca parte del percorso della linea 1 e condivide con quest'ultima la stazione di Piscinola (la quale è costruita infatti su due livelli).

Tra il 2006 e il 2007 venne inserito nelle stazioni e sui treni anche un nuovo impianto di diffusione sonora, con annunci più frequenti nelle stazioni e sui convogli in italiano ed inglese, dapprima solo nelle principali stazioni, poi esteso a tutta la linea e ai convogli.

La sopraggiunta crisi economica internazionale del 2008 e la revisione della tratta Dante-Garibaldi, che inizialmente prevedeva il taglio diretto da "Carità" (poi spostata più a sud su "Toledo") a "Bovio" (poi "Università") sotto piazza Matteotti impossibilitato dai ritrovamenti archeologici (soprattutto quelli di piazza Municipio che aprono l'idea allo scenario dell'hub tra le due linee metropolitane urbane), fece sì che non ci fossero altri prolungamenti negli ultimi anni del decennio.

Dal 2010 al 2022: l'attraversamento del centro cittadino e il collegamento con la linea 6

Il 26 marzo 2011 venne aperta la tratta Dante-Università, inizialmente a binario unico e senza fermate intermedie: tra la stazione Università e quella di Dante era attivo un servizio navetta, in attesa del completamento della successiva stazione di Garibaldi.

Il 12 aprile 2012 venne presentata alle autorità la stazione Toledo, tra Dante e Università, entrata in funzione il successivo 17 settembre.

Il 2 dicembre 2013 venne inaugurata alla presenza delle autorità il prolungamento tra Università e la stazione Garibaldi, aperta al pubblico il successivo 31 dicembre. La sua attivazione permise un importante nodo di scambio con la stazione di Napoli Centrale, con la stazione di Piazza Garibaldi della linea 2 e con la stazione Napoli Garibaldi della Circumvesuviana. Inoltre il servizio tornò ad essere a doppio binario sull'intera tratta, senza più la necessità di cambiare treno e il superamento del servizio navetta. Essendo l'asta di manovra presente soltanto nei pressi della stazione Centro Direzionale, ancora in fase di realizzazione, i passeggeri devono obbligatoriamente scendere a Garibaldi.

Il 23 maggio 2015 venne inaugurata la stazione Municipio (tra Toledo e Università) con l'uscita provvisoria al centro della piazza e la definitiva (servita da un ascensore) su via Medina, che entrò in funzione dal 2 giugno dello stesso anno[11]; della stessa stazione, venne aperta la seconda uscita definitiva su Palazzo San Giacomo il 21 luglio 2017[12] e la terza uscita definitiva su via Depretis (arricchita col monumentale orologio dell'E.A.V. che si collocava lì un tempo) il 21 dicembre 2018[13]. Da quel momento la stazione cambiò il suo nome in Municipio-Porto.

Il 21 luglio 2017 viene abbattuto l'ultimo diaframma del tunnel di collegamento tra la linea 1 e la linea 6, che consentirà alle due linee di interscambiarsi nella stazione di Municipio-Porto.

Il 29 novembre 2019 viene inaugurato alla presenza del Ministro Paola De Micheli il lato nord di piazza Garibaldi che, oltre ad essere attrezzato con 150 alberi, un campo per il calcetto e uno per il basket, chioschi attrezzati, giochi per i bambini e una cavea da 2000 posti per spettacoli, è dotato di un nuovo nodo intermodale sotterraneo che porta i viaggiatori con un sistema di scale mobili e tunnel direttamente ai binari della stazione Centrale, della Linea 1 e della Linea 2 del metrò ma anche alla galleria commerciale[14].

Il 14 gennaio 2020 si è verificato un tamponamento fra tre treni presso il capolinea di Piscinola, in corrispondenza del raccordo per il deposito, con 17 feriti lievi, tra cui due macchinisti in serie condizioni.[15][16] I disagi, dovuti alla chiusura per circa un mese di un tratto molto importante della metropolitana (Piscinola-Colli Aminei, che stato posto sotto sequestro dalla magistratura), hanno comportato un notevole incremento del traffico nell'area nord di Napoli, rendendo anche molto difficile impiegare navette bus sostitutive subito dimostratesi del tutto insufficienti allo scopo, sono stati oggetto di una protesta nel quartiere Chiaiano[17] e sono stati lamentati da Franco Porzio, campione della nazionale di pallanuoto e presidente onorario dell'Acquachiara, che si trova nella zona del Frullone.[18]

Il 28 luglio 2021, dopo venti anni di cantieri, viene annunciato il completamento della stazione Duomo (tra Università e Garibaldi) e la conseguente inaugurazione e apertura al servizio, avvenuta il successivo 6 agosto.[19]

Prolungamenti futuri

Il 13 dicembre 2013 è stato approvato dal CIPE (dal 2021 CIPESS) il finanziamento di 650 milioni di euro per la tratta Garibaldi-Capodichino Aeroporto. Tale tratta conterrà le fermate intermedie di Poggioreale, Tribunale e Centro Direzionale e correrà in parte parallela alla linea Napoli–Nola–Baiano della Circumvesuviana.[20] Il tratto sotterraneo fra Piazza Garibaldi-Capodichino Aeroporto è parzialmente completo, e il 2 agosto 2014 è stato ufficialmente inaugurato il cantiere per la costruzione della fermata Centro Direzionale[21]. L'apertura delle stazioni Centro Direzionale e Tribunale è prevista nel secondo semestre del 2024[22]. La fermata Capodichino Aeroporto verso la fine del 2025[23], nello stesso anno anche Poggioreale.[24]

È in costruzione anche la tratta Piscinola-Di Vittorio con quattro nuove fermate (Miano, Regina Margherita, Secondigliano e Di Vittorio). Questa tratta permetterà alla linea 1 di chiudersi e di formare un anello. I lavori sono in capo alla Regione Campania e realizzati da EAV, tuttavia i lavori sono rimasti fermi per anni a causa di un contenzioso fino a quando successivamente il 22 aprile 2017 la Regione Campania con un nuovo stanziamento di fondi per le opere ha avviato il ripristino dei lavori e la riapertura dei cantieri lungo la linea che saranno completati tra il 2025 e fine 2026.

Il 22 giugno 2020 sono partiti i lavori dell'ultimo tratto Capodichino-Di Vittorio e il termine è previsto per fine 2026.

Il 31 marzo 2021 è stata completata la prima galleria di collegamento tra le stazioni di Capodichino Aeroporto e Poggioreale, realizzata con una macchina scavatrice, cosiddetta "talpa" che ha scavato per 1 km a 40 metri di profondità fino a Poggioreale, e successivamente è stata riposizionata a Capodichino per lo scavo della seconda galleria.[25] Il completamento di quest'ultima è stato ritardato a causa del crollo di una serie di edifici nel cimitero di Poggioreale il 5 gennaio 2022, causato dall'infiltrazione d'acqua da una falda sotterranea;[26] i lavori si sono fermati sino a fine 2022 poiché l'area è rimasta sotto sequestro per consentire le indagini.[27]

Nel gennaio del 2023 la Procura della Repubblica ha autorizzato la ripresa dei lavori, per la messa in sicurezza del costone crollato e lo scavo dei 150 m finali della prima galleria.[28]

I lavori di scavo della seconda galleria terminano l'8 marzo del 2024. Il sindaco di Napoli, presente sul cantiere per celebrare l'ultimazione della galleria, rivela che la stazione sarà inaugurata entro il 2026[29].

Patrimonio artistico e archeologico

Stazioni dell'arte

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazioni dell'arte.

La linea 1 è nota per le sue "stazioni dell'arte", caratterizzate dalla presenza di un significativo patrimonio artistico. Queste stazioni si distinguono per l'integrazione di opere d'arte contemporanea e installazioni realizzate da artisti di fama internazionale. Tale iniziativa rende ogni stazione un punto di interesse culturale oltre che un nodo di trasporto.

La stazione Garibaldi della Linea 1 della metropolitana di Napoli, progettata dall'architetto francese Dominique Perrault, è un esempio significativo di architettura moderna e funzionale. Servendo la zona ferroviaria della città e i rioni Duchesca e Vasto, la stazione è caratterizzata da un grande pergolato metallico in teflon forato che fornisce ombra alla sottostante piazza ipogea, dove sono previste numerose attività commerciali. L'interno della stazione è dominato dall'uso dell'acciaio satinato e lucido, con dettagli in arancione brillante che creano un ambiente luminoso grazie alla copertura in vetro trasparente che permette alla luce naturale di arrivare fino quasi al piano banchina, situato a circa 40 metri di profondità. Due grandi opere di Michelangelo Pistoletto, intitolate "Stazione", sono installate vicino alle ultime rampe di scale mobili e presentano pannelli in acciaio specchiante con fotografie serigrafate di passeggeri, mescolando immagini statiche e riflesse per un effetto dinamico e interattivo.

La stazione Università, progettata da Karim Rashid e Alessandro Mendini e inaugurata il 26 marzo 2011, è un inno all'era digitale e all'informazione. Colorata ed eclettica, la stazione utilizza materiali come il Corian e l'acciaio specchiante, e presenta un forte contrasto cromatico tra il rosa fucsia e il lime, guidando visivamente i passeggeri. Numerose opere d'arte adornano la stazione, come i pilastri Conversational profile, il light box Ikon, e la scultura Synapsi, che simboleggiano comunicazione e intelligenza umana.

La stazione Municipio, progettata da Álvaro Siza ed Eduardo Souto de Moura, è particolarmente significativa per i numerosi reperti storici e archeologici ritrovati durante gli scavi. Questi reperti, inclusi i resti dell'antico porto di Neapolis e delle fortificazioni del Maschio Angioino, sono stati integrati nella struttura della stazione, trasformandola in un museo oltre che in un nodo di trasporto.

La stazione Toledo, progettata da Óscar Tusquets Blanca e inaugurata il 17 settembre 2012, è concepita per evocare un viaggio sottomarino. Il design della stazione, che si estende fino a circa 50 metri di profondità, include elementi come il Crater de luz, un grande cono che attraversa tutti i piani della stazione, e installazioni artistiche come Relative light di Robert Wilson e By the sea... you and me, che ricreano un ambiente marino.

La stazione Dante, progettata da Gae Aulenti e inaugurata il 27 marzo 2002, si trova sotto l'omonima piazza e mantiene l'impianto settecentesco della zona. Gli interni della stazione presentano opere di artisti contemporanei come Carlo Alfano, Joseph Kosuth, Michelangelo Pistoletto, e Jannis Kounellis. La stazione è un esempio di come l'arte possa integrarsi perfettamente con l'architettura e il design urbano.

La stazione Museo, inaugurata nel 2001, connette la linea 1 con il Museo archeologico nazionale di Napoli attraverso un corridoio mobile. Progettata anch'essa da Gae Aulenti, la stazione presenta riproduzioni di importanti opere d'arte classica e fotografie che anticipano i tesori del vicino museo.

Infine, la stazione Materdei, progettata da Alessandro Mendini e aperta nel 2003, è caratterizzata da un ingresso rivestito di mosaici, una grande stella gialla e verde, e opere d'arte contemporanea che arricchiscono l'esperienza dei viaggiatori con colori vivaci e forme geometriche.

Resti e reperti archeologici rinvenuti

Durante gli scavi della metropolitana di Napoli, sono stati scoperti numerosi reperti archeologici che abbracciano diverse epoche storiche della città partenopea. Questi ritrovamenti, collocabili dal periodo preistorico fino all'epoca aragonese, sono stati esposti nella Stazione Neapolis, un piccolo ambiente museale integrato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

I principali scavi si sono concentrati nelle stazioni meridionali della linea, in particolare a Toledo, Municipio, Università e Duomo. Ad esempio, nella stazione di Toledo sono stati rinvenuti reperti che spaziano dall'epoca preistorica a quella bizantino-aragonese, inclusi frammenti di fortificazioni edilizie e un paleosuolo con tracce di arature del Neolitico.

A piazza Municipio, gli scavi hanno portato alla luce un antico porto romano, con relitti di navi, anfore, monete e altri manufatti che attestano l'importanza e l'attività del porto nell'antica Neapolis. La scoperta di barconi romani ben conservati ha sottolineato l'importanza strategica e commerciale di Napoli in epoca romana.

Presso la stazione Università, i lavori di scavo hanno rivelato i resti di una fortificazione bizantina e elementi architettonici di epoca imperiale, come un capitello corinzio e lastre marmoree raffiguranti scene di sacrificio e figure di legionari.

La stazione Duomo ha visto emergere numerosi reperti di rilievo, tra cui resti di un edificio pubblico di epoca augustea e una fontana marmorea medievale con graffiti. Sono stati inoltre rinvenuti importanti elementi del Gymnasium antico, come colonne, pavimenti a mosaico e lastre con iscrizioni dei vincitori delle Isolimpiadi.

Infine, nella stazione Garibaldi, i ritrovamenti includono mura romane e resti di fondazioni pre-Risanamento, fornendo nuove informazioni sul perimetro sudorientale dell'antica Neapolis.

Caratteristiche tecniche

Mappa della linea 1 al suo completamento.
Vista di una galleria della linea (tratto Vanvitelli-Medaglie d'Oro)

La linea è interamente sotterranea a partire dalla stazione di Colli Aminei, mentre quelle precedenti sono su viadotto. Lo scartamento utilizzato è quello ordinario di 1 435 mm, con trazione elettrica in corrente continua alla tensione di 750 V tramite terza rotaia laterale.

Ogni stazione è dotata di due banchine laterali che servono direzioni specifiche, eccetto in casi di limitazioni di percorso. Le stazioni sono progettate con un unico tunnel contenente entrambi i binari, ad eccezione di tratti speciali come quelli che collegano le stazioni di Montedonzelli e Piscinola, dove i treni viaggiano in due tunnel separati.

Nel tratto più antico, che va da Colli Aminei a Vanvitelli, le traverse sono posate su una massicciata di pietrisco, mentre in altre sezioni le traverse poggiano direttamente su una base di calcestruzzo all'interno delle gallerie.

La circolazione dei treni avviene sul binario di destra, seguendo la convenzione generale della rete metropolitana. In caso di necessità, come guasti o interruzioni, i treni possono effettuare inversione di marcia nelle stazioni predisposte come Capodichino, Vanvitelli, e Università.

Le condizioni geologiche e idrogeologiche particolari della Città hanno influenzato la costruzione della linea, con diverse soluzioni ingegneristiche adottate per affrontare le caratteristiche del terreno, che include strati di tufo e altre formazioni rocciose tipiche della zona.

La linea in esercizio è lunga 18,8 km (sarà lunga circa 35 km al suo completamento) ed è composta da diciannove stazioni. Lo scartamento è quello ordinario di 1 435 mm. Il percorso della linea è così schematizzabile:

 Stazioni e fermate 
Chiaiano
Linea 11
Piscinola-Scampia
Frullone
Colli Aminei
Miano (in costruzione)
Regina Margherita (in costruzione)
Policlinico
Secondigliano (in costruzione)
Rione Alto
Di Vittorio (in costruzione)
Montedonzelli
Capodichino (in costruzione)
Medaglie d'Oro
Poggioreale (in costruzione)
Vanvitelli
Tribunale (in costruzione)
Quattro Giornate
Centro Direzionale (in costruzione)
Salvator Rosa
Materdei
Museo
Garibaldi
Dante
Duomo
Toledo
Università
Municipio
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

Materiale rotabile

Le prime vetture: le Metronapoli M1

I primi convogli ad entrare in servizio sulla linea sono state le elettromotrici Serie M1, prodotte da un consorzio composto da Firema Trasporti (all'epoca Officine Fiore), Ansaldo Trasporti e Sofer-Breda Costruzioni Ferroviarie. Furono progettate negli anni '80, costruite tra il 1991 e il 1992 e sono in uso dal 1993. Il progetto prende spunto principalmente dai treni serie MA 100 della metropolitana di Roma. Il numero di treni a disposizione, con il passare degli anni, si è ridotto sempre di più, fino ad avere 4 vetture (12 unità di trazione in composizione tripla) in circolazione sulla linea al 2023, anche per conseguenza di un incidente del 14 gennaio 2020.[30] Attualmente sono in fase di dismissione, con solo 2 vetture rimaste in circolazione ad aprile 2024.

I treni CAF Inneo "Mohini"

I treni CAF Inneo, detti anche Mohini sono in composizione da sei vetture Tc-M-M-M-M-Tc[31], con le rimorchiate pilota classificate come R.0XX e le motrici intermedie classificate come M.0XX.[senza fonte] I convogli totali saranno 24, lunghi 108 metri e composti da 6 casse, con una capacità di 1200 persone.

I primi 10 treni CAF Inneo, dal costo di 87,6 milioni di euro, furono acquistati nel 2017 dalla società spagnola Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles (CAF)[32], a causa dei lunghi tempi di attesa (dovuti proprio al fatto che la metropolitana aveva un numero di vetture insufficiente rispetto all'estensione della linea, ma anche all'età dei precedenti treni, le Metronapoli M1, di quasi 30 anni). In seguito, i convogli diventarono 24, con un successivo investimento per un totale di 192 milioni di euro.[33] A ottobre 2019 vengono mostrate dal sindaco Luigi de Magistris le prime immagini dei nuovi convogli INNEO in costruzione presso la CAF di San Sebastián.[34] La prima consegna è avvenuta il 9 marzo 2020[35], all'inizio del lockdown causato dall'arrivo in Italia della Pandemia di COVID-19. Questo ha impedito l'avvio dei collaudi necessari per la messa in servizio dei treni, che è avvenuto solamente a luglio 2020. In seguito sono state annunciate, e poi disattese, diverse date per la messa in servizio commerciale.[36]

Il 13 luglio 2021, durante una corsa di prova del primo nuovo treno giunto in città, con a bordo la commissione ministeriale USTIF (l'ente incaricato al collaudo che aveva il compito valutarli prima dell'immissione in linea), l'imperiale del treno ha preso fuoco a causa di un corto circuito, sciogliendo il tetto del convoglio. In seguito all'incidente, i collaudi di tutti i treni vengono sospesi in attesa di una relazione sull'accaduto.[37] Alla fine di ottobre 2021 il Ministero ha dato parere favorevole alla ripresa delle prove dei nuovi treni, giudicando l'incendio verificatosi come conseguenza di un generico degrado delle infrastrutture di linea; tuttavia, le prove sui binari dei nuovi treni sono riprese solo a gennaio 2022, affidandone la gestione all'ANSFISA. La messa in servizio del primo treno, inizialmente prevista entro l'estate 2022[38], è poi avvenuta il 18 ottobre 2022 alla presenza del sindaco Gaetano Manfredi.[39]

Sono dunque attualmente in servizio sulla linea 10 treni CAF Inneo "Mohini" e 2 treni M1, per un totale di 12 convogli.

Frequentazione

Traffico passeggeri annuo[40][41][42][43][44][45][46][47][1]
anno passeggeri
2023
  
35 000 000 
2022
  
26 414 680 
2021
  
17 348 4381
2020
  
14 702 8621
2019
  
41 094 499 
2018
  
41 033 776 
2017
  
42 523 914 
2015
  
38 056 560 
2014
  
37 656 673 

note

1 Anni interessati dalle restrizioni connesse all'emergenza COVID.

Depositi

La linea ha un impianto di deposito e officina situato nei pressi del capolinea di Piscinola-Scampia, tra via Cupa della Filanda (quartiere Scampia) e via Campano (quartiere Piscinola), dove è situata anche la centrale di controllo. L'impianto di deposito si estende su un'area di circa 46.000 m², che congiuntamente all'officina di manutenzione raggiunge i 117.730 m².[48]

Ad agosto 2020 è stato approvato un progetto preliminare di ampliamento dell’attuale deposito dei mezzi di trazione e di realizzare una nuova officina di manutenzione, che sarà in grado di ospitare 12 tratte di binari per la manutenzione dei treni e di compiere le attività di magazzino, servizi e impianti. Ulteriori 6 tratte di binari saranno riservati al ricovero e lavaggio dei convogli. A marzo 2022 è stato approvato il progetto definitivo, con un finanziamento complessivo di 57 milioni di euro, composto da fondi comunali, europei e nazionali.[49][50][51][52]

Al giugno 2024 i lavori di ampliamento sono in corso.

Note

Bibliografia

  • Giovanni Argenziano, Antonio De Risi, Luigi Falcone, Marco Piccoli, La metropolitana di Napoli, in Ingegneria Ferroviaria, anno XLVIII n. 5 (maggio 1993), pp. 208–223.
  • Metropolitana a Napoli, in "I Treni Oggi" n. 138 (giugno 1993), pp. 28–31.
  • Lunardi, Pietro; Cassani, Giovanna; De Giudici, Claudio (marzo 2008). "La metropolitana di Napoli". Strade e Autostrade, vol. 12, n. 68, pp. 147-156.
  • De Risi, Antonello (gennaio 2009). "Il prolungamento della Linea 1 della Metropolitana di Napoli". Strade e Autostrade, vol. 13, n. 73, pp. 162-171.

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