Jan Marsalek

criminale e dirigente d'azienda austriaco

Jan Marsalek (Vienna, 15 marzo 1980) è un criminale ed ex dirigente d'azienda austriaco, noto per la sua posizione di membro del consiglio e direttore operativo della società tedesca di elaborazione dei pagamenti Wirecard. È latitante dal mese di giugno del 2020, subito dopo l'emersione del cosiddetto scandalo Wirecard.[1]

Jan Marsalek

Biografia

Marsalek ha frequentato la scuola superiore in Austria ma ha abbandonato gli studi senza ottenere un diploma.[2] Il nonno di Marsalek, Hans Maršálek, era un membro della resistenza austriaca durante la seconda guerra mondiale e in seguito fu sospettato di essere una spia dell'Unione Sovietica.[3] All'età di 19 anni, Jan Marsalek fondò una società di software per l'e-commerce.

Lavoro a Wirecard

Marselek ha iniziato a lavorare per Wirecard nel 2000 ed è stato assunto per la sua conoscenza dei sistemi WAP. Il 1º febbraio 2010 è diventato direttore operativo dell'azienda ed è anche entrato a far parte del consiglio di amministrazione della società.[4] La sua ultima residenza conosciuta prima di diventare un fuggitivo era a Monaco.[5][6]

Lo scandalo Wirecard

Marsalek è considerato uno dei principali sospettati dalle autorità tedesche nello scandalo Wirecard, in cui l'azienda ha gonfiato il proprio bilancio, portando infine al collasso della società nel 2020.[7] Il Financial Times ha inoltre riferito come Marsalek fosse una persona di interesse per vari governi europei a causa di presunti legami con l'intelligence russa.[8] Indagini successive hanno dimostrato come Marsalek aveva recutato e coordinato 5 cittadini bulgari che lavoravano per il Cremlino.[9]

Marsalek e il resto del team esecutivo di Wirecard sono stati licenziati il 18 giugno 2020. Secondo Bellingcat, un sito web di giornalismo investigativo, Marsalek ha detto ai colleghi che sarebbe andato nelle Filippine per dimostrare la sua innocenza. Poco dopo venne denunciata la scomparsa.[10] Un'altra indagine di Bellingcat, insieme a Der Spiegel e The Insider, ha indicato che era volato a Minsk, in Bielorussia, poche ore dopo essere stato licenziato.[10] Il 19 luglio 2020, il quotidiano tedesco Handelsblatt ha riferito che Marsalek si trovava probabilmente in Russia, dove si credeva vivesse sotto la supervisione del GRU russo in una villa vicino a Mosca.[11] Secondo Die Welt, nel 2020 Marsalek si trovava in un centro di formazione russo dell'FSB a Balashikha, un sobborgo di Mosca.[4]

Su richiesta della Germania, l'Interpol ha emesso un "avviso rosso" per Marsalek nell'agosto 2020. L'avviso era una richiesta formale alle forze dell'ordine di tutto il mondo di localizzarlo e arrestarlo, in attesa di estradizione.[12][13]

Nel maggio 2021, il BND tedesco ha valutato che Marselek continuava a vivere vicino a Mosca. Il governo russo ha invece affermato di non essere a conoscenza di dove si trovasse.[4] Secondo il Dossier Center di Mikhail Khodorkovsky, Marsalek aveva ricevuto la cittadinanza russa e possedeva almeno due passaporti russi falsi. Stando a quanto riferito, viveva sotto la protezione dell'FSB al castello di Meyendorff.[14]

Note

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