Giovanni Cracco

militare italiano

Giovanni Cracco (Novale, 27 aprile 1913El Borj, 11 aprile 1943) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Giovanni Cracco
NascitaNovale, 27 aprile 1913
MorteEl Borj, 11 aprile 1943
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàCarristi
Reparto31º Reggimento carri
Anni di servizio1934-1943
GradoCaporale
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Tunisia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Biografia

Nacque a Novale, provincia di Vicenza, il 27 aprile 1913, figlio di Achille e di Lucia Pretto.[2] Mentre esercitava il mestiere di meccanico tornitore nell'aprile 1934 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito ed assegnato al Reggimento carri armati.[2] Trattenuto in servizio e promosso caporale, partiva per la Libia nell'aprile del 1936 con il II Battaglione carri mobilitato, rientrando in Italia il 25 agosto dello stesso anno per essere posto in congedo.[2] Nel settembre 1939 é richiamato in servizio attivo dal 4° Centro automobilistico di Bolzano, e nel dicembre 1940 e assegnato in servizio al 1º Reggimento fanteria carrista.[2] Due anni dopo partiva per la Tunisia, per via aerea, destinato al 31º Reggimento carri della 131ª Divisione corazzata "Centauro".[2]

Morì nell'aprile 1943 su un carro M/41, a causa delle ferite riportate in combattimento[N 1] in Tunisia negli scontri con le forze armate statunitensi e britanniche alla fine della campagna di Tunisia.[2] I suoi resti riposano al sacrario dei caduti d'oltremare di Bari.

Gli è stata intitolata la scuola elementare del paese natale, dove ogni anno viene ricordato con una Messa e la deposizione di una corona di fiori. Il battaglione carri del 31º Reggimento carri è stato intitolato alla sua memoria 1º Battaglione carri “M.O. Cracco”.

Onorificenze

«Porgitore di un carro M/41, in parecchi scontri col nemico dimostrava sereno e cosciente sprezzo del pericolo, coadiuvando efficacemente il proprio capocarro. Durante un combattimento contro preponderanti forze corazzate avversarie, non esitava, per controllare ed aggiustare il tiro, a rimanere quasi costantemente con la testa fuori dello sportello di torretta. Colpito il carro una prima volta da una granata che uccideva il pilota e feriva lui stesso gravemente alle gambe, pur con la carne martoriata dal dolore, trovava la forza di respingere ogni cura del proprio capocarro e di caricare ancora per tre volte il pezzo. Colpito una seconda, terza e quarta volta alla testa, al petto e alle braccia, cercava di compiere un ultimo caricamento e si abbatteva infine stringendo ancora in mano le granate e rivolgendo le ultime sue parole al capocarro: « Forza, Signor Tenente». Magnifico esempio di altissime virtù militari, di sublime senso del dovere. Bordy (Tunisia), 11 aprile 1943.[3]
— Decreto 10 luglio 1947.[4]

Note

Annotazioni

Fonti

Bibliografia

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 238.

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