Fertilizzante

sostanza nutriente per le piante
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I fertilizzanti sono mezzi tecnici, utilizzati in agricoltura e giardinaggio, che permettono di creare, ricostituire, conservare o aumentare la fertilità del terreno[1][2]. Secondo il tipo di miglioramento che conferiscono al suolo, i fertilizzanti si distinguono come:

Il primo fertilizzante chimico fu il superfosfato di calcio, brevettato da John Bennet Lawes nel 1842[3]. Per condurre un'analisi sui fertilizzanti bisogna eseguire diversi esperimenti: determinazione dell'azoto, determinazione dell'azoto organico, determinazione dell'azoto nitrico.

Storia

Uso dei fertilizzanti chimici in Italia nel 1981[4]

La gestione della fertilità del suolo ha preoccupato gli agricoltori per migliaia di anni. Si dice che egiziani, romani, babilonesi e i primi tedeschi usassero minerali o letame per aumentare la produttività delle loro fattorie[5]. La scienza della nutrizione delle piante iniziò ben prima del lavoro del chimico tedesco Justus von Liebig, sebbene il suo nome sia maggiormente citato. Nicolas Théodore de Saussure e i colleghi scientifici dell'epoca si affrettarono a smentire le semplificazioni di Justus von Liebig. C'era una complessa comprensione scientifica della nutrizione delle piante, in cui il ruolo dell'humus e delle interazioni organo-minerali erano centrali, e che era in linea con le scoperte più recenti dal 1990 in poi[6]. Scienziati di spicco che si occuparono di fertilizzanti furono Carl Ludwig Sprenger e Hermann Hellriegel. In questo campo si è verificata una "erosione della conoscenza"[7], in parte guidata da una commistione di economia e ricerca[8]. John Bennet Lawes, un imprenditore inglese, iniziò a sperimentare gli effetti di vari concimi sulle piante che crescevano in vaso nel 1837, e circa un anno dopo gli esperimenti furono estesi alle colture in campo. Nel 1842 brevettò un letame formato dal trattamento dei fosfati con acido solforico, e fu così il primo a creare l'industria del letame artificiale. L'anno successivo si arruolò ai servizi di Joseph Henry Gilbert; insieme hanno eseguito esperimenti sulle colture presso l'Istituto di ricerca sui raccolti di seminativi[9].

Il processo Birkeland–Eyde è stato uno dei processi industriali concorrenti all'inizio della produzione di fertilizzanti a base di azoto[10].

Lo sviluppo di fertilizzanti azotati sintetici ha sostenuto in modo significativo la crescita della popolazione mondiale: è stato stimato che quasi la metà delle persone sulla Terra viene nutrita grazie all'uso di fertilizzanti azotati sintetici[11]. Anche l'uso di fertilizzanti fosfatici è aumentato da 9 milioni di tonnellate all'anno nel 1960 a 40 milioni di tonnellate all'anno nel 2000. Un raccolto di mais che produce 6-9 tonnellate di grano per ettaro (2,5 acri) richiede 31-50 chilogrammi (68–110 libbre) di fertilizzante fosfato; le colture di soia ne richiedono circa la metà, pari a 20–25 kg per ettaro[12]. Yara International è il più grande produttore mondiale di fertilizzanti a base di azoto[13].

Descrizione

I fertilizzanti migliorano la crescita delle piante essendo gli additivi che forniscono nutrienti. La seconda modalità con cui agiscono alcuni fertilizzanti è quella di potenziare l'efficacia del terreno modificandone la ritenzione idrica e l'aerazione. I fertilizzanti in genere forniscono, in proporzioni variabili[14]:

Classificazione[16]

  • Fertilizzante naturale
  • Fertilizzante azotato
  • Fertilizzante fosfatico
  • Fertilizzante potassico

Tipologie

Un fertilizzante può essere[17]:

  • Liquido
  • In polvere
  • In granuli
  • In pellet
Le sostanze di scarto che possono essere usate per realizzare un fertilizzante naturale sono[17][18][19]:
SostanzaImmagine
Fondi di caffè
Cenere
Bucce di banana
Gusci d’uovo
Macerato d’ortica[20]
Infusi di camomilla
Calendula
Tarassaco
Lievito di birra
Vino rosso

Ambiente

I fertilizzanti sintetici utilizzati in agricoltura hanno conseguenze ambientali di ampia portata. Secondo il Rapporto speciale del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) sui cambiamenti climatici e sul territorio, la produzione di questi fertilizzanti e le pratiche di uso del suolo associate sono fattori trainanti del riscaldamento globale[21]. L'uso di fertilizzanti ha anche portato a una serie di conseguenze ambientali dirette: deflusso agricolo che porta a effetti a valle come zone morte degli oceani e contaminazione dei corsi d'acqua, degradazione del microbioma del suolo e accumulo di tossine negli ecosistemi[22]. Gli impatti ambientali indiretti includono quelli del fracking per il gas naturale utilizzato nel processo Haber. Il boom agricolo è in parte responsabile della rapida crescita della popolazione umana e le pratiche agricole industriali su larga scala sono associate alla distruzione dell'habitat, alla pressione sulla biodiversità e alla perdita di suolo[23][24][25].

Al fine di mitigare le preoccupazioni ambientali e di sicurezza alimentare, la comunità internazionale ha incluso i sistemi alimentari nell'obiettivo di sviluppo sostenibile 2 (Sustainable Development Goal 2)[26], che si concentra sulla creazione di un sistema di produzione alimentare sostenibile e rispettoso del clima[27].

Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

  • Antonio Saltini Storia delle Scienze Agrarie Edagricole, Bologna (1987)

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàLCCN (ENsh85047919 · GND (DE4131714-2 · BNF (FRcb119312488 (data) · J9U (ENHE987007528998105171 · NDL (ENJA00563261