Enrico II di Baviera

figlio di Enrico I
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Enrico II di Baviera, detto il Litigioso (der Zänker)[1] (951Gandersheim, 28 agosto 995), figlio di Enrico I.

Enrico II di Baviera
Miniatura di Enrico II tratta dal regolamento del monastero di Niedermünster a Ratisbona, X secolo
Duca di Baviera
In carica
PredecessoreEnrico I (I)
Enrico III (II)
SuccessoreOttone I (I)
Enrico IV (II)
Duca di Carinzia
In carica989 –
28 agosto 995
PredecessoreEnrico I
SuccessoreEnrico III
Margravio di Verona
In carica
PredecessoreEnrico I (I)
Enrico III (II)
SuccessoreEnrico III (I)
Ottone I (II)
Nascita951
MorteGandrsheim, 28 agosto 995
DinastiaOttoniana
PadreEnrico I di Baviera
MadreGiuditta di Baviera
ConiugeGisella di Borgogna
FigliEnrico
Bruno
Gisella
Arnolfo (figlio bastardo)

Fu lui che fece sottrarre Ottone III, di appena tre anni, da poco consacrato re ad Aquisgrana, all'imperatrice Teofano, vedova di Ottone II.

Biografia

Egli fu coinvolto nella guerra dei tre Enrichi.

Enrico "il Litigioso" era un parente prossimo di Ottone III, poiché figlio del fratello di Ottone I, Enrico I di Baviera, e quindi cugino di Ottone II; il rapimento del figlio del cugino fu eseguito perché egli voleva la tutela sul re-bambino. I sassoni rapitori lo consegnarono a Guerino/Warin, arcivescovo di Colonia, il quale lo consegnò (insieme alle insegne imperiali), allo zio Enrico "il Litigioso", da poco liberato dalla prigionia in cui lo aveva tenuto Ottone. Enrico II mirava ora a sostituirlo sul trono di Germania.

Ma il mondo franco si indignò per il suo comportamento, lo dichiarò rei publicae hostis come si legge in una lettera scritta da Gerberto di Aurillac (futuro papa Silvestro II) per conto dell'arcivescovo Adalberto di Reims, dove Gerberto era stato destinato dall'imperatrice madre Adelaide.

Tietmaro ci fornisce una cronaca di quegli eventi:

«Enrico, guadagnati a sé tutti i vescovi di Baviera e alcuni conti, accompagnato da essi raggiunse i confini del territorio dei Franchi e si accampò sui prati di Bisistindi per contattare i Grandi del territorio. Si recarono colà Willigis arcivescovo di Magonza col duca Corrado e gli altri Grandi. Enrico tentò in tutti i modi possibili di tirarli dalla sua parte, ma quando si accorse che la loro posizione era unanime e che essi erano disposti a morire pur di restare fedeli al loro re e al giuramento prestatogli, per il timore di dover combattere con loro, fu obbligato a giurare che il 29 giugno si sarebbe recato nel luogo chiamato Rara e avrebbe restituito il bambino alla madre e ai Franchi stessi. Dopodiché ognuno tornò a casa propria, lieti gli uni, tristi gli altri[2]

Dopo alcune vicende Tietmaro conclude:

«Le imperatrici, che avevano fino ad allora implorato da Dio di essere consolate, si recarono a Rara e vi confluirono anche tutti i Grandi dell'Impero e del Regno. Enrico mantenne fedelmente la promessa[3].» Enrico il Litigioso che in id elationis prorupit ut et rex dici et in regem benedici appeteret, prendeva realisticamente atto che il suo tentativo era fallito.

Faticò ancora in seguito per recuperare almeno il Ducato di Baviera, già in suo possesso prima che Ottone II lo imprigionasse per alto tradimento e dovette ancora una volta recarsi a Bisistindi per trattare coi Grandi lotaringi di Aquisgrana. Finirà col vedersi riconosciuto il possesso della Baviera, favorito dal fatto che sua moglie Gisla (o Gilda, a seconda dei traduttori) era figlia di Corrado III re di Borgogna e quindi nipote dell'imperatrice Adelaide.

Matrimonio e discendenza

Nel 972 Enrico sposò Gisella di Borgogna dalla quale ebbe:

Ebbe anche un figlio naturale:

Ascendenza

GenitoriNonniBisnonniTrisnonni
Ottone I di SassoniaLiudolfo di Sassonia 
 
Oda di Billung 
Enrico I di Sassonia 
Edvige di BabenbergEnrico di Franconia 
 
Ingeltrude 
Enrico I di Baviera 
Teodorico di RingelheimReginaldo di Ringelheim 
 
Matilde 
Matilde di Ringelheim 
Rinilde di Frisia 
 
 
Enrico II di Baviera 
Liutpoldo di Baviera 
 
 
Edoardo il Vecchio 
Cunegonda di SveviaBertoldo I di Svevia 
 
Gisela dei Franchi 
Giuditta di Baviera 
Eberardo di Sülichgau 
 
 
Elfleda 
Gisela di Verona 
 
 
 

Note

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