Diocesi di Rieti

diocesi della Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Rieti (in latino: Dioecesis Reatina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2022 contava 89.600 battezzati su 94.700 abitanti. È retta dal vescovo Vito Piccinonna.

Diocesi di Rieti
Dioecesis Reatina
Chiesa latina
La cattedrale di Santa Maria Assunta a Rieti
Regione ecclesiasticaLazio
 
Mappa della diocesi
 
VescovoVito Piccinonna
Presbiteri89, di cui 63 secolari e 26 regolari
1.006 battezzati per presbitero
Religiosi29 uomini, 134 donne
Diaconi16 permanenti
 
Abitanti94.700
Battezzati89.600 (94,6% del totale)
StatoItalia
Superficie1.818 km²
Parrocchie94
 
ErezioneV secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniSanta Barbara
San Felice da Cantalice
IndirizzoVia Cintia 83, 02100 Rieti, Italia
Sito webwww.chiesadirieti.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
L'esterno del palazzo vescovile di Rieti; al suo interno è ospitato il museo diocesano.
La basilica minore di Sant'Agostino (XIII secolo).

Alla diocesi reatina è unito il titolo abbaziale di San Salvatore Maggiore (Sancti Salvatoris Maioris).

Territorio

La diocesi comprende 41 comuni della provincia di Rieti: Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Ascrea, Belmonte in Sabina, Borbona, Borgo Velino, Borgorose, Cantalice, Castel di Tora, Castel Sant'Angelo, Cittaducale, Cittareale, Collalto Sabino, Colle di Tora, Collegiove, Colli sul Velino, Concerviano, Contigliano, Fiamignano, Greccio, Labro, Leonessa, Longone Sabino, Marcetelli, Micigliano, Monte San Giovanni in Sabina, Monteleone Sabino (eccetto la frazione di Ginestra Sabina che appartiene alla sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto), Morro Reatino, Nespolo, Paganico, Pescorocchiano, Petrella Salto, Poggio Bustone, Posta, Pozzaglia Sabina (la sola frazione Pietraforte, appartenendo il capoluogo alla diocesi di Tivoli), Rieti, Rivodutri, Rocca Sinibalda, Torricella in Sabina (limitatamente alle frazioni Ornaro Alto, Ornaro Basso e Oliveto Sabino, poiché il capoluogo appartiene alla sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto) e Varco Sabino.[1]

Sede vescovile è la città di Rieti, dove si trovano la cattedrale di Santa Maria Assunta e la basilica minore di Sant'Agostino. A Cittaducale sorge l'ex cattedrale di Santa Maria del Popolo.

Il territorio si estende su 1.818 km² ed è suddiviso in 94 parrocchie, raggruppate in 5 zone pastorali: Monti della Laga, Alta e Bassa Valle del Velino, Altopiano Leonessano; Cicolano - Valle del Salto; Rieti (città e dintorni); Montepiano Reatino; Alta Sabina - Colli Turanensi.

Storia

Secondo la tradizione, il processo di cristianizzazione del territorio reatino fu avviato da san Prosdocimo nel I secolo.[2] Tuttavia la diffusione e l'affermazione del cristianesimo nel reatino è datata al II/III secolo.[3] La diocesi è documentata per la prima volta a partire dalla fine del V secolo con il vescovo Orso, che prese parte a Roma ai tre concili celebrati nei primi anni di pontificato di papa Simmaco nel 499, nel 501 e nel 502.

Il vescovo Catello fu destinatario di una lettera di papa Pelagio I nel 559. I Dialoghi di san Gregorio Magno menzionano altri due vescovi di Rieti, vissuti nella seconda metà del VI secolo, Albino e Probo. Il sarcofago di un vescovo Albino, forse il medesimo di Rieti, è stato trovato tra i ruderi dell'antica cattedrale di Forcona (Civita di Bagno), località dove il vescovo reatino potrebbe essersi rifugiato per sfuggire all'invasione dei Longobardi.[4] Nel 598, su richiesta del diacono reatino Paolo, Crisanto, vescovo di Spoleto, fu incaricato da Gregorio Magno di deporre le reliquie dei martiri Ermas, Giacinto e Massimo nella cattedrale di Rieti, intitolata basilica beatae Mariae sempre Virginis genitricis Dei et Domini nostri Jesu Christi, nei pressi del fonte battesimale; è la più antica menzione della cattedrale della diocesi, che evidentemente a quell'epoca era vacante.

La cronotassi episcopale reatina riprende verso la metà del VII secolo con Gaudioso, che fu presente al concilio del 649 indetto da papa Martino I per condannare l'eresia monotelita. Molti vescovi dell'alto medioevo sono noti grazie al regesto farfense e ai documenti conservati nell'archivio capitolare della cattedrale di Rieti.

La diocesi era molto vasta e comprendeva, oltre alla valle e alla regione di Rieti, il Cicolano e, verso nord, il territorio di Cittareale. Fra XI e XII secolo entrò a far parte della diocesi anche il territorio dell'antica diocesi di Amiterno in Abruzzo, che ormai da secoli non aveva più vescovi.[5] Nel 1182 papa Lucio III, così come avevano già fatto i suoi predecessori, sottopose la diocesi all'immediata soggezione della Santa Sede ed elencò tutti i possedimenti dipendenti direttamente dal vescovo di Rieti.[6]

«I termini della diocesi, descritti avvalendosi come punti di riferimento di monti, valli, chiese e città, secondo la bolla del 1182, decorrevano approssimativamente dal monte Ribulo (oggi monte Tancia) attraverso il passo di Forca Cerro fino alle acque delle Marmore, da Santa Maria in Anglese (vicino Labro) superavano le montagne e arrivavano a Leonessa, poi, attraversata la catena del Terminillo arrivavano a Sigillo e Falacrine (l'attuale Cittareale); da qui si spingevano sulle montagne vicino a Pizzoli fino ad Ortolano, ai confini con la diocesi di Teramo, poi risalivano a nord ovest del Gran Sasso, riscendevano attraverso la gola di Paganica fino al colle de L'Aquila e fino a Furfo di Civita di Bagno, proseguivano per le montagne di Lucoli attraversando il monte Duchessa e ridiscendendo a Bocca di Tevi fino alle chiese di San Giorgio e Santa Giusta presso il lago del Fucino, seguitavano per Pietrasecca e Roccacerro, per Vallinfreda e Canemorto (oggi Orvinio), e poi, valicando il fiume Farfa, tornavano al monte Ribulo.»

Questa estensione territoriale fu di breve durata. Infatti con bolle pontificie del 22 dicembre 1256 e del 20 febbraio 1257, Alessandro IV eresse la diocesi dell'Aquila con il territorio della soppressa diocesi di Forcona e con una porzione del territorio della diocesi di Rieti, che perse così 150 chiese e buona parte della zona di Amiterno.[7]

Il vescovo Benincasa dette avviò all'inizio del XII secolo alla ricostruzione dell'antica cattedrale; nel 1157 il vescovo Dodone consacrò la cripta, mentre il 9 settembre 1225 papa Onorio III consacrò solennemente la nuova cattedrale.

Secondo la Cronaca farfense, nel 735 era stata fondata l'abbazia di San Salvatore Maggiore, la quale, nel corso dei secoli successivi, crebbe in potere e prestigio, occupando diversi castelli e possedimenti all'interno della diocesi di Rieti. Inevitabili furono i conflitti di giurisdizione con i vescovi reatini, fino a che nel 1191 papa Celestino III confermò l'immediata soggezione alla Santa Sede del monastero benedettino e la sua esenzione dal vescovo di Rieti.[8]

Tutto il XIII secolo fu un periodo di splendore e prosperità economica per la città di Rieti, che fu spesso eletta a sede papale: nell'arco di un secolo vi risiedettero i papi Innocenzo III (1198), Onorio III (nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234), Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) e Bonifacio VIII (nel 1298).[9] La presenza della curia nella città rese necessaria la costruzione del palazzo vescovile (o palazzo papale), edificato tra il 1283 e il 1288 a fianco del Duomo, e rese la cattedrale testimone di importanti avvenimenti storici: il 13 luglio 1234 papa Gregorio IX vi celebrò la messa di canonizzazione di san Domenico, fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori; il 29 maggio 1289 Carlo II d'Angiò venne qui incoronato Re di Puglia, di Sicilia e di Gerusalemme da papa Nicolò IV.

Il Duecento è ancora importante per Rieti e la sua valle per la presenza e l'azione di san Francesco d'Assisi, che vi si recò per curare il glaucoma da cui era affetto, ma soprattutto vi cercò ed ottenne l'approvazione della Regola composta nell'eremo di Fontecolombo. Altri luoghi francescani fondati dal santo sono Greccio, Poggio Bustone e La Foresta. A Rieti si volse nel 1232, alla presenza di Gregorio IX, il capitolo generale dei francescani, che portò all'elezione di frate Elia; e ancora nel 1289, alla presenza di papa Niccolò IV, già ministro generale dell'Ordine.

Il 24 gennaio 1502 la diocesi reatina cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Cittaducale. Questa tuttavia fu soppressa per insistenza del cardinale amministratore Giovanni Colonna l'8 novembre 1505 e il territorio fu nuovamente reintegrato nella diocesi di Rieti. Dopo la morte del cardinale, la diocesi di Cittaducale fu ristabilita il 17 ottobre 1508, finché nel 1818 fu soppressa ed accorpata alla diocesi dell'Aquila.

Il seminario diocesano di Rieti

Nella seconda metà del XVI secolo i vescovi si impegnarono per l'attuazione dei decreti di riforma del concilio di Trento. Tra questi si distinse in particolare il veneziano Marco Antonio Amulio, che nel 1564 istituì il seminario diocesano, inaugurato il 4 giugno nell'antica sede del podestà; lo stesso Amulio indisse due sinodi di riforma e fece una visita pastorale alla diocesi. La prassi sinodale fu continuata dai suoi successori per tutto il Seicento e la prima metà del Settecento.[10]

Il 25 novembre 1841 in forza della bolla Studium quo impense afficimur di papa Gregorio XVI le abbazie territoriali di Farfa e di San Salvatore Maggiore furono soppresse e parte del loro territorio fu ceduto alla diocesi di Rieti, che acquisì i centri di Cenciara, Rocca Ranieri, Porcigliano, San Silvestro, San Martino, Concerviano, Offeio e Magnalardo,[11] dietro cessione, alla nuova diocesi di Poggio Mirteto, di Torricella in Sabina.[12]

Nel luglio del 1859 la giurisdizione della diocesi si estese su Leonessa, che era appartenuta all'arcidiocesi di Spoleto.[12]

Il 3 giugno 1925 con la bolla In altis Sabinae montibus di papa Pio XI l'enclave in territorio reatino dell'antica abbazia territoriale di San Salvatore Maggiore passò dalla diocesi di Poggio Mirteto alla diocesi di Rieti, che estese così la sua giurisdizione sulle parrocchie degli abitati di Pratoianni, Vaccareccia, Longone, Vallecupola, Rocca Vittiana, Poggio Vittiano e Varco Sabino.[12] Contestualmente ai vescovi pro tempore di Rieti venne assegnato il titolo abbaziale di San Salvatore Maggiore, che tuttora portano.

Tra il 1965 e il 1976 la diocesi si ampliò ulteriormente grazie alla ridefinizione dei confini con le diocesi vicine: dalla diocesi di Ascoli Piceno ottenne i comuni di Amatrice e di Accumoli in provincia di Rieti[13]; dall'arcidiocesi dell'Aquila fu ottenuto il territorio dell'antica diocesi di Cittaducale, ma contestualmente perse a favore della sede aquilana tutti i comuni in provincia dell'Aquila[14]; dall'arcidiocesi di Spoleto, dalla diocesi di Norcia e dalla diocesi di Narni furono infine scorporate tutte le parrocchie in provincia di Rieti, che vennero annesse alla diocesi reatina[15].

Nel 1972 la diocesi è passata dalla regione ecclesiastica Umbria a quella del Lazio.[16]

Nel 1984 un'ampia riorganizzazione territoriale della diocesi portò alla soppressione di 123 parrocchie su un totale di 217.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 94.700 persone contava 89.600 battezzati, corrispondenti al 94,6% del totale.

annopopolazionepresbiteridiaconireligiosiparrocchie
battezzatitotale%numerosecolariregolaribattezzati per presbiterouominidonne
1950125.000125.000100,01901553565745190172
1970111.410111.56099,91591342570025365202
198098.00099.35098,614811632662144375217
199087.00094.67091,9104792583622725594
199990.60098.85091,7105832286222222094
200091.50099.20092,2104822287922222094
200191.50099.20092,2104822287922222094
200291.50099.20092,2105733287133321894
200393.00099.00093,9105733288533321593
200493.00099.00093,9103723190233221494
201093.01199.09593,91108822845152620194
201493.00399.04693,99374191.000152420394
201790.64495.66694,8927022985172416194
202088.20593.32394,58760271.013163013194
202289.60094.70094,68963261.006162913494

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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