Cultura di Stentinello

La cultura di Stentinello è una cultura del Neolitico in Italia, il cui sviluppo inizia circa dalla metà del VI millennio a.C.[1]. Prende il nome dal sito di Stentinello, presso Siracusa, nella Sicilia sud-orientale. Il villaggio preistorico fu scavato parzialmente alla fine dell'Ottocento ad opera di Paolo Orsi[2]. Altre ricerche vi furono condotte agli inizi del Novecento[3] e negli anni 1960[4].

Frammenti ceramici della cultura di Stentinello (Museo archeologico regionale di Siracusa)
Schegge di ossidiana della cultura di Stentinello (Museo archeologico regionale eoliano a Lipari)
Frammenti di statuette in terracotta della cultura di Stentinello (Museo archeologico regionale di Siracusa)

Datazione e estensione geografica

Come la maggior parte delle culture di questo periodo, la cultura di Stentinello è stata definita essenzialmente grazie alle forme e alle decorazioni della ceramica, che compare in numerosi siti in Sicilia, nella Calabria centrale e meridionale, nelle Isole Eolie e fino a Malta. Corrisponde ad una delle numerose culture derivate dall'evoluzione della cultura della ceramica impressa, che segna l'inizio del neolitico.

I siti più antichi nella quale la ceramica caratteristica è stata rinvenuta si datano alla metà del VI millennio a.C., mentre la datazione di quelli più recenti è incerta, a causa di possibili mescolanze stratigrafiche. La prosecuzione di questa cultura fino alla fine del V millennio a.C. è dunque in larga parte ipotetica[5].

Economia e organizzazione sociale

Le popolazioni della cultura di Stentinello vissero essenzialmente di agricoltura e di allevamento: pecore e capre sembrano essere state le specie domestiche dominanti. Sono attestate anche diverse attività artigianali (recipienti in ceramica o utensili in pietra scheggiata).

Al più tardi da questo periodo è iniziato lo sfruttamento dell'ossidiana di Lipari, come testimonia il sito di Castellaro Vecchio, rinvenuto nella parte nord-occidentale di quest'isola[6] L'ossidiana venne utilizzata soprattutto in Sicilia e in Calabria, dove spesso oggetti in questo materiale costituiscono la maggior parte degli utensili in pietra scheggiata[1][7][8]. L'ossidiana di Lipari arrivò fino in Italia settentrionale e sulla costa orientale del mar Adriatico[9][10][11]. L'ossidiana circolava in forma di blocchi parzialmente regolarizzati[5]. L'ossidiana dell'isola di Pantelleria raggiunse anch'essa il sud e l'ovest della Sicilia in questo periodo[5].

Furono sfruttati anche diversi giacimenti di selce: quello dei Monti Iblei è utilizzato per realizzare schegge con la tecnica a pressione, che ritroviamo fin sull'isola di Lipari, ma anche in Calabria e senza dubbio fino a Malta[12].

Siti e loro distribuzione

I villaggi, costituiti da capanne, erano concentrati nelle regioni favorevoli all'agricoltura. Diversi erano circondati da fossati circolari, in particolare nei dintorni di Siracusa: a Stentinello il fossato circondava un'area di 253 x 237 m, misurava tra 1,4 e 1,3 m di profondità e tra 1,5 e 3,6 m di larghezza[5].

Materiali

Ceramica

La ceramica, inizialmente di impasto grossolano, di colore bruno, divenne in seguito più raffinata ed era spesso di alta qualità. Era modellata a mano, senza tornio. Le giare, le pentole, le tazze, le scodelle a labbro rientrante e le bottiglie sono le forme più frequenti[1]. Le forme aperte (con l'apertura più grande del corpo) prevalgono nel periodo più antico, mentre successivamente prevalgono le forme chiuse.

Le decorazioni, molto varie, formano bande o zone geometriche, costituite da zig zag, piccoli cerchi, fiamme o puntini. Caratteristici sono i rombi che rappresentano occhi stilizzati. Le decorazioni sono incise o impresse con le unghie o con punzoni o con conchiglie nell'argilla prima della cottura e successivamente sono riempite da pasta bianca, dando al vasellame un aspetto policromo[1].

Le decorazioni e la loro tecnica di realizzazione permettono di definire diversi stili regionali, come ad esempio lo stile di Kronio, attestato dalla regione di Agrigento nel centro-sud fino a Bruca, nella parte sud-orientale dell'isola[5].

Utensili in pietra scheggiata

Gli utensili in pietra scheggiata sono dominati da schegge realizzate principalmente nella selce dei Monti Iblei e nell'ossidiana di Lipari. Fu utilizzato sicuramente anche un altro tipo di selce, il cui giacimento, nella parte ovest dell'isola, non è ancora stato localizzato. Le schegge erano lavorate con diverse tecniche a pressione[12].

Le schegge furono utilizzate in forma di segmenti più o meno lunghi, destinati ad essere inseriti in manici per servire a differenti usi. L'usura di alcuni esemplari indica un loro impiego come falcetti[12][13].

Produzioni artistiche

Sono attestate con una certa frequenza anche statuette in terracotta rappresentanti animali[1].

Note

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