Conti (famiglia)

famiglia nobiliare italiana

La famiglia Conti, nota anche come Conti di Segni, dal nome della sua ramificazione principale, è stata una famiglia nobile italiana, appartenente al gruppo delle famiglie baronali romane, originatasi nell'XI secolo da Trasmondo de Comitibus Signie, membro dei notabili della cittadina vescovile di Segni della famiglia dei Conti di Tuscolo (Frascati).

Conti
Di rosso, all'aquila scaccata d'oro e di nero.
(Conti di Segni)
Trinciato di rosso e d'argento, all'aquila dell'uno all'altro.
(Conti di Ceccano)
Stato Stato Pontificio
Casata di derivazioneConti di Tuscolo
Titoli
FondatoreTrasmondo Conti
Ultimo sovranoMichelangelo Conti
Data di fondazioneXI secolo
Data di estinzione1815
Etniaitaliana
Rami cadetti
  • Ramo dei Conti di Segni
  • Ramo dei Conti di Ceccano
  • Ramo dei Conti di Anagni
  • Ramo dei Conti di Poli
  • Ramo dei Conti di Guadagnolo

La famiglia, proprietaria di un vastissimo Stato feudale situato nel territorio della Campagna romana, col tempo ha generato quattro pontefici (Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV e Innocenzo XIII), numerosi cardinali e vescovi, e diversi uomini d'arme e di Stato. La sua potenza è paragonabile a quella esercitata dai Colonna e dagli Orsini nel Lazio e dai Conti dei Marsi in Abruzzo.

Storia

Origini ed Innocenzo III papa

Stemma papale dei Conti di Segni presente nel Palazzo del Commendatore di Roma
Papa Innocenzo III in un affresco del 1215 circa, Monastero di San Benedetto, Subiaco

Lo storico e teologo Friedrich Emanuel von Hurter[1] nel suo libro su Innocenzo III narra che l'origine della famiglia Conti si può far risalire a Trasamondo, conte di Capua[2], a cui il duca di Benevento Grimoaldo concesse il ducato di Spoleto. A questi successe il figlio Foroaldo e un secondo Trasamondo. Tra i loro discendenti, conti di Chieti, Penna e Marsi, un altro Trasamondo venne investito (ai tempi di Ottone il Grande) del ducato di Spoleto e del Marchesato di Camerino.[3]

Il fratello di questo, Atto, fu per via del figlio Berardo, avo del senatore di Roma Crescenzio detto Torre. Questo ebbe un figlio, Trasmondo, il quale ottenne i feudi di Sulmona e Valva negli Abruzzi. Da questo nacque un altro Trasmondo, signore di Ferentino, e probabilmente già di Segni e di Anagni. Questo Trasmondo fu il capostipite di quattro famiglie dei Conti, cioè quella dei duchi di Poli (che assunse il titolo nel 1540) e degli Anibaldi, dei baroni di Mirabello e dei baroni d'Entraque. Un altro Trasmondo fu il capo delle due prime famiglie e padre di un terzo Trasmondo[3] de Comitibus Signie, appartenente ai notabili di Segni, il cui figlio Lotario, creato papa col nome di Innocenzo III, grazie alla sua azione nepotista, accrebbe la fortuna della sua casata, rendendola nel Medioevo una delle più potenti della Campagna romana e facendola inserire nel novero delle famiglie baronali romane, della nobiltà romana e della nobiltà pontificia.

Ramificazioni

La casata si divise col passare del tempo in varie ramificazioni, quali quelle dei Conti di Segni, dei Conti di Ceccano[4][5], dei Conti di Anagni, dei Conti di Poli e dei Conti di Guadagnolo.

I rami di Segni e Valmontone e di Poli e Guadagnolo

Discesi da Riccardo fratello di Innocenzo III, in questo ramo la famiglia si distinse inoltre con numerosi e famosi uomini d'arme come Alto, Grato, Appio, Lotario e Torquato, fedele di Urbano VIII (che lo creò duca di Guadagnolo), Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero, soprannominato Il Diavolo per la crudeltà dimostrata sul campo di battaglia durante la guerra dei trent'anni in Pomerania. Diede alla Chiesa con Michelangelo un altro papa con il nome di Innocenzo XIII oltre a vari cardinali ed ecclesiastici.

Torre dei Conti

Simboli della potenza feudale in Roma di questo ramo erano la Torre delle Milizie e la Torre dei Conti, situate presso l'odierno Largo Corrado Ricci, a ridosso dei Fori Imperiali, fatte costruire da Innocenzo III per la sua famiglia. La Torre dei Conti, alta in origine circa 60 m, venne definita da Francesco Petrarca «tota urbe unica». Alla famiglia pervenne nel XVIII secolo il palazzo detto poi dei Conti di Poli, cui venne addossata in seguito la fontana di Trevi.

Il ramo dei Conti di Segni e Valmontone si estinse nel 1611 con Fulvia Conti, che aveva sposato il conte Mario Sforza di Santa Fiora, cui discesero gli Sforza Cesarini, mentre quello dei Conti di Poli e dei Conti di Guadagnolo ricevette da papa Martino V, la cui madre era Caterina Conti, figlia di Giovanni, la dignità di Gran Maestro del Sacro Ospizio e si estinse nel 1815 con Michelangelo Conti.

Conti di Ceccano

Per quanto la parentela con i conti di Segni, già messa in dubbio dal Contelori, sia affidata a testi di genealogisti ormai risalenti al XVII e XVIII secolo e non di rado privi di documentazione storica verificabile, quanto al ramo dei Conti di Ceccano, esso governò sull'area dei Monti Volsci, controllando il suo centro principale, Ceccano, e gran parte del territorio meridionale del Lazio[6]. Risulta senza alcun fondamento la tesi dello storico Ferdinand Gregorovius, che la vuole di origine tedesca[6]. Le sue prime notizie risalgono alla seconda metà del X secolo e provengono da alcuni documenti rinvenuti presso l'abbazia di Montecassino, nei quali vi è menzione di Amato, Leone ed Uberto Conti di Ceccano, che donarono dei beni al monastero[7][8]. Il Gregorovius, nel 5º volume della sua opera Storia della città di Roma nel Medio Evo dal secolo V al XVI, citando la Cronica di Fossa Nova, fa risalire le sue notizie al conte Gregorio, deceduto nel 1104[6]. Ceccano, principale possedimento di tale ramificazione, feudo posseduto prima col titolo di signore e poi con quello di conte, costituiva un'entità importante già intorno al 750, quando venne conquistato dal re longobardo Astolfo. Più di un secolo prima il centro aveva abbandonato l'antica denominazione di Fabrateria Vetus in onore di Petronio Ceccano, console della Campagna romana e padre di papa Onorio I. Non vi è tuttavia alcuna relazione di discendenza tra questa ramificazione ed il suddetto console.

Quanto ad Amato Conti di Ceccano, vissuto nel 977, egli fu marito di Maria di Sant'Eustachio ed amico di san Domenico di Sora, al quale donò molti beni per l'erezione di un monastero in Patrica, alle falde del monte Cacume, che, dallo storico Luigi Tosti, venne paragonato al Monastero di Trisulti. Benefattore dell'abbazia di Montecassino, fu rettore della Campagna romana.

Il membro più celebre di questa ramificazione e del quale si hanno più notizie è Giovanni Conti di Ceccano, che fu creato cavaliere dall'imperatore Enrico VI di Svevia ed in seguito, nel 1200, giurò fedeltà a papa Innocenzo III nella cattedrale di Anagni. Famoso condottiero dell'epoca, si scontrò con i Colonna, devastando Morolo e sconfiggendo il conte di Fondi Riccardo dell'Aquila, loro alleato. Ordinò la costruzione della chiesa di Santa Maria a Fiume, che, in epoca moderna, diverrà monumento nazionale, facendola consacrare dal cardinale Giordano Conti di Ceccano, suo zio, già abate di Fossanova. Altro zio di Giovanni fu Stefano Conti di Ceccano, anch'egli, come l'altro zio, cardinale ed abate di Fossanova. Stefano fondò l'abbazia di San Galgano e fu camerlengo di papa Innocenzo III. Come tale, ebbe frequenti contatti con le corti di tutta Europa e ricevette importanti riconoscimenti dal re d'Inghilterra.

Albero genealogico

Ramo dei Conti di Segni, Anagni, Poli e Guadagnolo

Di seguito è riportato l'albero genealogico del ramo dei Conti di Segni, Anagni, Poli e Guadagnolo (ramo principale) della famiglia Conti, dal capostipite Trasmondo, vissuto nell'XI secolo, fino all'ultimo discendente Michelangelo, deceduto nel 1815, secondo le ricostruzioni degli storici Felice Contelori e Marco Dionigi[A 1][9][10]:

 Trasmondo[A 2]
 
     
 Lotario[A 3]
Riccardo[A 4]
 Tommaso[A 76]
Livia[A 79]
Pietro[A 80]
  
      
 Giovanni[A 5]
 Paolo[A 6]
Stefano[A 7]
Oddone[A 77]
Giacomo Rosso[A 78]
Rinaldo[A 133]
  
           
 Nicolò[A 15]
 Pietro[A 16]
Francesca
Nicolò[A 82]
 Giovanni[A 8]
 Stefano "Furioso"[A 9]
Paolo[A 10]
?[A 11]
Francesca[A 12]
Luciana[A 13]
Mabilia[A 14]
    
             
 Paolo[A 83]
Giovanni[A 84]
Teodora[A 85]
Giovanni[A 86]
Letizia[A 142]
Stefano[A 81]
 Adenolfo[A 17]
Perna[A 18]
Paolo
Trasmondo
Pietro
Altruda
Ocelinda
   
      
 Stefano Nicolò[A 87]
 Giovanni[A 20]
Paolo[A 21]
Pietro[A 22]
Aldobrandino[A 135]
 Mattia[A 19]
  
           
 Giacomo
Paolo[A 88]
Giovanni[A 89]
Giacoma[A 90]
Nicolò[A 91]
 Ruggero[A 23]
Aldobrandino[A 24]
Adenolfo[A 25]
Paolo
Pietro
Caterina[A 143]
   
        
 Giacomo Antonio[A 92]
 Stefano[A 95]
 Alto
 Grato[A 26]
Lucido[A 27]
Sagace[A 28]
Angela Francesca[A 29]
Lucrezia[A 30]
    
              
 Stefano[A 93]
 Sigismondo
Giacomo[A 96]
Nicolò[A 97]
Paolo
Giulia[A 98]
 Giovanni[A 55]
 Bruno/Brunone[A 56]
Clarina[A 134]
 Jacopo/Giacomo[A 31]
Giovanni[A 32]
Andrea[A 33]
Jacopa/Giacoma[A 34]
Filippa[A 141]
     
                            
 Alto[A 94]
Carlo
Pietro
Antonio
Lucrezia
 Paolo[A 99]
 Giovanni Battista[A 57]
Geronimo/Girolamo[A 58]
 Pietropaolo[A 59]
Bernardina[A 60]
Maria
Mariano[A 64]
 Stefano
 Federico[A 65]
 Giovanni
Francesca
Giovannella[A 66]
Jacopa/Giacoma
Giovanni[A 35]
 Antonio[A 36]
 Francesco[A 37]
Maria[A 38]
Ippolita[A 39]
Caterina[A 40]
Giulia[A 41]
(naturale)
Giulio
(naturale)
Camillo
(naturale)
Jacopo/Giacomo Antonio
(naturale)
           
                                            
 Giulio[A 100]
Aldobrandino[A 101]
Geronimo/Girolamo
Costanza[A 61]
Bernardina[A 62]
Caterina[A 63]
Maria
 Giovanni Battista[A 67]
Giacoma[A 139]
Geronimo/Girolamo[A 69]
Alto
Aldobrandino
Antonio
Federico
Lucrezia
Camilla
(naturale)
Cesare
(naturale)
Camillo[A 70]
Orazio
Ippolita
Lucrezia
Anna[A 71]
Marzia[A 72]
Antonio
Giulia
 Jacopo/Giacomo
Maria
(naturale)
Marzio/Mario
(naturale)
Evandro[A 42]
(naturale, poi legittimato)
Giovanni Francesco
Giovanni
Giovanna[A 49]
Elisabetta[A 50]
Francesca[A 51]
Jacopella[A 52]
Cornelia[A 53]
Tantia[A 138]
Ottavio[A 54]
Camillo
Stefano
Marzio
Giovanni
Giulia
 Ercole
    
               
 Carlo[A 102]
Clarice
 Fulvia[A 68]
 Federico
Ippolita[A 73]
Elena[A 74]
Lucrezia[A 75]
Anna Maria
 Baldassarre[A 43]
Camilla[A 44]
Fulvia
Giulia
Giovanni Il Giovane[A 45]
Marzio[A 46]
(naturale)
Giulia[A 47]
(naturale)
   
      
 Torquato[A 103]
Appio[A 104]
Mariano[A 105]
 Evandro[A 48]
Ippolita[A 136]
 Andrea [A 144]
   
       
 Lotario[A 106]
Carlo[A 107]
Appio
Costanza[A 108]
 Baldassarre
Lucrezia "Crezia"[A 137]
 Marco Antonio [A 145]
  
                
Torquato[A 109]
Appio[A 110]
Oddone[A 111]
Berardo[A 112]
 Andrea[A 113]
Carlo
 Carlo[A 114]
Innocenzo
Giannicolò[A 115]
Giulia[A 116]
Maria Violante[A 117]
Clarina[A 118]
Cecilia[A 119]
Maria Felice[A 120]
Costanza[A 140]
 Francesco Maria [A 146]
  
            
Maria
Giulia
Teresa
Giuseppe Lotario[A 121]
Torquato
Giacinta[A 122]
Michelangelo[A 123]
Francesco
Antonio
Egidio
Appio
Bernardo Maria[A 124]
 
      
 Carlo[A 125]
Stefano[A 126]
Vittoria[A 127]
Marcantonio[A 128]
Faustina[A 129]
Isabella[A 130]
 
  
 Innocenzo[A 131]
Michelangelo[A 132]

Ramo dei Conti di Ceccano

Di seguito è riportato l'albero genealogico del ramo dei Conti di Ceccano della famiglia Conti dal capostipite Gregorio, vissuto nell'XI secolo, fratello di Trasmondo Conti, fino al XIV secolo, per la maggior parte stilato secondo una ricostruzione del genealogista Ferrante della Marra[A 1][11]:

 
Ramo principale
 
 
 Gregorio[A 147]
 
    
 ?
 ?
 ?
Giovanni[A 178]
   
     
 Landolfo[A 148]
Giordano[A 149]
 Stefano[A 177]
Ruggero
Lando
  
      
 Giovanni[A 150]
 Annibaldo[A 157]
 Berardo[A 158]
Mabilia[A 161]
Pietro
Stefano
   
            
 Landolfo[A 151]
 Giovanni "il Giovane"[A 152]
Berardo
Tommasa
Adelasia
Teobaldo
Tommaso
 Annibaldo[A 159]
 Giovanni Annibale[A 162]
 Berardo
 Goffredo
Tommasello
       
                             
Giovanna[A 153]
Jacopa[A 154]
Francesca[A 155]
Giovanni
Annibaldo[A 165]
Guglielmo
Riccardo
Raniero
Florisinda[A 166]
Rogasia[A 167]
Carisia
Adelasia
Margherita[A 156]
 Jacopa[A 160]
Annibaldo[A 163]
Goffredo
Guglielmo
Francesco
Riccardo "Vetulus"
 Tommaso
Giacomo[A 164]
Annibaldo[A 168]
Nicola/Niccolò[A 169]
Giovanna
Francesca
Ceccanesa
Jacobella
Antonio
Giovanni
   
                 
 Tommaso
Giovanni
Berardo[A 174]
Mactaleona
Ramizia
Florolinda
Tommasa
Rogasia
 Nicola[A 175]
Tommaso[A 176]
Berardo[A 170]
Giovanni
Giovanni
(naturale)
Giannotto
(naturale)
Giacoma[A 171]
Perna[A 172]
Francesca[A 173]

Membri principali

Tra i più noti membri della famiglia si annoverano:

Stemma

Variante dello stemma originario del ramo dei Conti di Ceccano.
Trinciato di nero e d'argento, all'aquila dell'uno all'altro.
Variante dello stemma del ramo dei Conti di Ceccano adottata in seguito al matrimonio Ceccani-Stefaneschi.
Partito: nel 1º di rosso all'aquila d'argento; nel 2º fasciato di rosso e d'argento, le fasce d'argento caricate di sei crescenti di rosso disposti 3, 2, 1.

Lo stemma originario del ramo dei Conti di Ceccano della famiglia Conti era trinciato di rosso e d'argento, all'aquila dell'uno all'altro o trinciato di nero e d'argento, all'aquila dell'uno all'altro[12]. In occasione delle seconde nozze di Annibaldo Conti di Ceccano con Perna Stefaneschi, lo stemma della sua famiglia venne partito con quello della famiglia della consorte e divenne quindi partito: nel 1º di rosso, all'aquila d'argento; nel 2º fasciato di rosso e d'argento, le fasce d'argento caricate di sei crescenti di rosso, disposti 3, 2, 1, e fu ripreso dal cardinale Annibaldo, loro figlio. Quest'ultima variante appare anche nella forma con le fasce azzurre invece che argentate e i crescenti d'oro o d'argento e l'aquila rossa in campo d'argento o nera in campo dorato. La seconda variante è stata adottata dal comune di Ceccano come emblema della città.

Dimore

Di seguito è riportato un elenco non completo delle dimore abitate dalla famiglia Conti:

Note

Annotazioni
Riferimenti

Bibliografia

  • Werner Maleczek, Innocenzo III, in Dizionario Biografico degli Italiani - Vol. 62
  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Tipografia Emiliana, Venezia, 1840-1861. vol. XVII, p. 68 e segg.
  • Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, 1691.
  • Giuseppe Cascioli, Memorie storiche di Poli, Roma, Editrice Vera Roma, 1896.
  • Pasquale Cayro, Discorso storico sulla città d'Anagni metropoli un tempo degl'ernici, Napoli, 1802.
  • Alfonso Ciacconio, Vitæ, et res gestæ pontificvm romanorvm et S.R.E. cardinalivm, vol. 1-2-3-4, Roma, 1677.
  • Felice Contelori, Genealogia familiæ Comitvm Romanorvm, Roma, 1650.
  • Marco Dionigi, Geneologia di casa Conti, Parma, 1663.
  • Ferdinand Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medio Evo dal secolo V al XVI, vol. 5, Venezia, 1874.
  • Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, Napoli, 1641.
  • Francesco De Pietri, Dell'historia napoletana, vol. 2, Napoli, 1634.

Voci correlate

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