Campi per l'internamento civile in Italia

campi di prigionia istituiti in Italia, nelle sue colonie e territori occupati

I campi per l'internamento civile in Italia furono dei campi di prigionia istituiti in Italia, nelle sue colonie e nei territori occupati in Jugoslavia. Il primo fu il campo di concentramento di Nocra, in Eritrea, nel 1887.

Uno dei pochi edifici rimasti del Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, in Calabria, che ospitava oltre 2 000 prigionieri.

Un notevole incremento nell'utilizzo dei campi avvenne sotto il regime fascista, durante il quale vennero eretti più del 90% dei campi di internamento totali.Essi operarono come campi di confino, concentramento e lavoro coatto ai fini di sottomettere i popoli nelle colonie (libici, somali, eritrei ed etiopi), per "purificare la razza italiana" (internando ebrei, sloveni, croati, serbi, bosniaci, albanesi, cinesi, rom e greci) e per i dissidenti politici antifascisti. In seguito all'Armistizio dell'8 settembre 1943 l'amministrazione dei campi passò dal Regno d'Italia alla Repubblica Sociale Italiana, che li convertì in campi di raccolta finalizzati alla deportazione nei campi di sterminio della Germania nazista, in primo luogo Auschwitz.

I campi d'internamento civile non vennero più ripristinati dal governo italiano dopo la guerra, e la Costituzione della Repubblica italiana del 1948 escluderà esplicitamente i campi dal sistema penitenziario. L'ultimo lager, il campo di concentramento di Danane, in Somalia, venne ufficialmente smantellato nel 1954, durante l'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia[1].

La misura durante il fascismo era simile al confino.

Storia

Nelle colonie

Con l'acquisto da parte del governo italiano della baia di Assab, in Eritrea, nel 1882 ebbe ufficialmente inizio il colonialismo italiano. Fin da subito la presenza italiana fu fortemente osteggiata dalle popolazioni locali e il processo di espansione nel Corno d'Africa fu molto più lungo e faticoso del previsto. Per stroncare le rivolte e sottomettere le popolazioni africane non bastarono i sanguinosi saccheggi e rastrellamenti ad opera delle truppe italiane; si optò dunque per l'istituzione di un grande campo di concentramento punitivo, rivolto agli africani avversi all'imperialismo. Venne individuato come luogo ottimale l'isola di Nocra, al largo dell'Eritrea, per via delle pesanti condizioni climatiche. Nell'isola infatti le temperature possono raggiungere i 50 °C, e il tasso di umidità può arrivare al 90%. Ciò, unito alla scarsissima distribuzione di cibo e acqua (la razione era di 300 grammi di farina, 10 di tè e 20 di zucchero, razione non garantita quotidianamente), comportava frequentissimi ribellioni e tentativi di fuga, terminati sempre con l'esecuzione dei fuggitivi[2]. La più memorabile fu la fuga di massa tentata nel 1893.

Il tasso di mortalità a Nocra superava il 58% e i superstiti erano soliti perdere l'uso delle gambe a causa dello strazio fisico disumano[3].

A Nocra seguirono numerosi altri campi, presenti in tutte le colonie. I più grandi furono, nella Libia italiana, nelle città di Agedabia, El Algheila, Brega, El Maghrun e Soluch e, nella Somalia italiana, nella città di Danane.

Nella prima guerra mondiale

In Italia i prigionieri degli imperi centrali durante la prima guerra mondiale furono detenuti in campi di internamento situati principalmente in Sardegna e, nel centro-nord Italia, nelle città di Alessandria, Avezzano, Asti, Cuneo, Voghera, Bracciano, Servigliano.[4] Circa 18 mila ungheresi furono raccolti a Vittoria in Sicilia.[5]

Nei Balcani

Il modello adottato (anche per gli ebrei) fu piuttosto quello dei campi di confino; agli internati era concessa una certa libertà di movimento e autonomia organizzativa e la possibilità di ricevere aiuti e assistenza dall'esterno. Il trattamento fu simile a quello di una prigionia e non fu affiancato da violenze antisemite fisiche o morali aggiuntive. Gli internati familiarizzarono con le popolazioni locali. Soprattutto gli ebrei non furono consegnati ai tedeschi e non furono soggetti a deportazione nei campi di sterminio.[6]

Le comunità ebraiche italiane si mobilitarono a sostegno dei loro correligionari internati attraverso l'istituzione della DELASEM (Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei), una società di assistenza per i profughi creata dall'Unione delle comunità israelitiche in Italia il 1º dicembre 1939 con l'assenso del regime.[7] Durante tutto il primo periodo bellico e fino all'8 settembre del 1943 la DELASEM poté svolgere legalmente un'opera fondamentale nell'assistenza dei profughi ebrei, rendendo meno dure le condizioni di vita nei campi, favorendo l'emigrazione di migliaia di internati e quindi sottraendoli di fatto allo sterminio. Poiché nei campi erano presenti anche molti cristiani cattolici ed ortodossi, anche la Chiesa attivò le proprie organizzazioni caritative a favore degli internati. La rete di rapporti che così si stabilì tra la DELASEM e alcuni vescovi e sacerdoti sarà decisiva per la continuazione delle attività dell'organizzazione in una condizione di clandestinità dopo l'8 settembre 1943.

Per gli slavi invece la situazione fu molto diversa, in quanto essi furono sottoposti ad una vera e propria azione di pulizia etnica nei territori occupati dall'Italia. In alcuni campi la popolazione civile slava fu soggetta a condizioni di vita inumane che portarono alla morte per stenti di migliaia di prigionieri (inclusi donne e bambini).[8]

Dopo la caduta di Benito Mussolini il 25 luglio 1943, molti dei campi furono aperti e i prigionieri li poterono abbandonare. Molti prigionieri però rimasero nei campi, non avendo semplicemente altro luogo in cui andare. Dopo l'8 settembre 1943 i campi situati nell'Italia meridionale (tra cui Ferramonti e Campagna) furono liberati dagli Alleati e i prigionieri rimastivi (inclusi molti ebrei) trovarono la libertà. Nel Centro-Nord la Repubblica Sociale Italiana trasformò alcuni dei campi in campi di raccolta e concentramento per gli ebrei (italiani e "stranieri"), ora soggetti a deportazione verso i campi di sterminio della Germania. Nuovi campi (Borgo San Dalmazzo, Fossoli, Bolzano, la Risiera di San Sabba) furono specificamente allestiti per le finalità dell'Olocausto.[9]

Campi in Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Ebrei internati in Italia.

Lo storico Luciano Casali conta 259 campi d'internamento operanti sul suolo italiano[10].

In questa tabella sono riportati i dati riguardanti i 54 campi di cui si conosce il numero di internati.

NumeroNome del campoCittàTipo di campoTipologia di internatiInternatiOperatività
1VittoriaVittoria, SiciliaPrigionieri di guerra ungheresi18 000[11]1915 - 1919
1Arbe[12]Fiume, Dalmazia (oggi in Croazia)Civili uomini, donne, bambini, ebrei (internamento protettivo)6 577giugno 1942 - 17 settembre 1943
2FertiliaAlghero, SardegnaInternamento civileCivili, per lo più croati300gennaio 1943 - agosto 1943
3MamulaCattaro, Dalmazia (oggi in Montenegro)Civili uomini e donne540giugno 1942 - 30 giugno 1943
4Molat (Melada)[13]Zara, Dalmazia (oggi in Croazia)Civili2 400giugno 1942 - 9 settembre 1943
5Renicci (Anghiari)[14]Arezzo, ToscanaCivili dai 12 ai 70 anni, per la maggior parte jugoslavi3 9507 ottobre 1942 - aprile 1945
6Chiesanuova[15]Padova, VenetoInternamento civileCivili jugoslavi, soprattutto croati3 50015 agosto 1942 - 1º luglio 1943
7Monigo[16]Treviso, VenetoInternamento civileCivili jugoslavi3 4642 luglio 1942 - 8 settembre 1943
8Gonars[17]Udine, Friuli-Venezia GiuliaInternamento civileCivili jugoslavi ed oppositori politici6 500ottobre 1941 - 19 ottobre 1943
9Čiginj (Cighino)Tolmino (Slovenia)Internamento civileCivili rastrellati nella provincia di Lubiana6006 marzo 1942 - aprile 1942
10Visco[18]Udine, Friuli-Venezia GiuliaInternamento civileCivili jugoslavi3 272gennaio 1943 - 11 settembre 1943
11Poggio TerzarmataGorizia, Friuli-Venezia GiuliaInternamento civileCivili jugoslavi e italianin\asettembre 1942 - 9 settembre 1943
12Ferramonti[19]Cosenza, CalabriaEbrei, civili stranieri e apolidi2 016giugno 1940 - primavera 1944
13TremitiFoggia, PugliaEbrei, "italiani pericolosi" (oppositori politici, pregiudicati per reati comuni e "allogeni" slavi), omosessuali[20]2 300settembre 1940 - estate 1943
14Manfredonia[21]Foggia, PugliaCivili, "italiani pericolosi" (oppositori politici ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), rastrellati, ebrei, apolidi22816 giugno 1940 - 9 settembre 1943
15PisticciMatera, BasilicataCivili condannati dal Tribunale Speciale e sottoposti a internamento, "italiani pericolosi (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), polacchi, ufficiali greci, slavi9971940 - 13 settembre 1943
16Monteforte IrpinoAvellino, Campania"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale")104giugno 1940 - ottobre 1943
17Campagna[22]Salerno, Campania"Sudditi nemici" inglesi e francesi, ebrei, apolidi, tedeschi, austriaci, polacchi, fiumani, cecoslovacchi, slavi36915 giugno 1940 - 19 settembre 1943
18Ariano IrpinoAvellino, Campania"Italiani pericolosi" (oppositori politici, pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi), "allogeni" della Venezia Giulia86luglio 1940 - 9 settembre 1943
19TossiciaTeramo, AbruzzoEbrei, cinesi, zingari jugoslavi127novembre 1941 - 26 settembre 1943
20TortoretoTeramo, AbruzzoEbrei, apolidi, "allogeni" della Venezia Giulia, italiani responsabili di infrazioni annonarie114luglio 1940 - 6 settembre 1943
21NotarescoTeramo, AbruzzoEbrei stranieri, apolidi, civili italiani e stranieri9613 luglio 1940 - gennaio 1944
22NeretoTeramo, AbruzzoEbrei stranieri, apolidi, "allogeni" della Venezia Giulia, "italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, "sudditi nemici"20017 giugno 1940 - 1º febbraio 1944
23LancianoChieti, AbruzzoDonne straniere appartenenti alla categoria dei "sudditi nemici", e degli "ebrei stranieri"75luglio 1940 - settembre 1943
24IstonioChieti, Abruzzooppositori politici italiani185giugno 1940 - ottobre 1943
25Isola del Gran SassoTeramo, AbruzzoEbrei italiani e stranieri, cinesi147giugno 1940 - ottobre 1943
26Isernia[23]Campobasso, Molise"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, "sudditi nemici", ebrei italiani e stranieri, civili italiani e stranieri139ottobre 1940 - settembre 1943
27Corropoli[24]Teramo, Abruzzo"Italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei stranieri, civili greci, "sudditi nemici" britannici, jugoslavi1651º febbraio 1941 - maggio 1944
28Civitella del TrontoTeramo, AbruzzoCivili greci, "sudditi nemici" britannici, belgi, cinesi1864 settembre 1940 - maggio 1944
29Città Sant'AngeloPescara, AbruzzoCivili jugoslavi135giugno 1940 - 8 settembre 1943
30AgnoneCampobasso, Molise"Sudditi nemici" (soprattutto cecoslovacchi e britannici), ebrei stranieri (soprattutto tedeschi e austriaci). In seguito il campo divenne misto (i prigionieri erano uomini e donne) e detenne anche zingari jugoslavi[senza fonte]15514 luglio 1940 - 21 giugno 1943
31Bagno a RipoliFirenze, ToscanaEbrei stranieri e italiani, apolidi, "sudditi nemici" (inglesi, francesi, greci, norvegesi, russi in particolare)180luglio 1940 - 22 settembre 1943
32Montalbano/RovezzanoFirenze, Toscana"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi56maggio 1941 - estate 1944
33Civitella in Val di Chiana/ Villa OlivetoArezzo, Toscana"sudditi nemici", ebrei stranieri, prigionieri inglesi deportati dalla Libia90luglio 1940 - 9 giugno 1944
34Capannori, Colle di Compito[25]Lucca, Toscanaprigionieri politici, ebrei, civili, prigionieri militari inglesiluglio 1940 - giugno 1944
35FabrianoAncona, Marche"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi90settembre 1940 - aprile 1944
36PetrioloMacerata, Marcheesclusivamente per donne, "suddite nemiche" ed "ebree straniere"30dicembre 1942 - settembre 1943
37PollenzaMacerata, Marcheper donne, "suddite nemiche" ed "ebree straniere"103giugno 1940 - marzo 1944
38SassoferratoAncona, Marche"allogeni" e jugoslavi60agosto 1942 - 15 settembre 1943
39UrbisagliaMacerata, Marcheebrei, apolidi, jugoslavi, "allogeni"123giugno 1940 - 23 ottobre 1943
40Fossoli[26]Carpi, Emilia-Romagnacampo per prigionieri di guerra alleati dal 1942 al 1943, per ebrei dal 1943 al 1944, Polizei- und Durchgangslager nel 1944, campo di raccolta per mano d'opera per la Germania nel 1944"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, prigionieri di guerra, ebrei italiani (fra cui Primo Levi) e stranieri, civili, "sudditi" nemici50001942 - 1945
41Castello di MontechiarugoloParma, Emilia-Romagna"sudditi nemici" inglesi e francesi, "ebrei stranieri"146agosto 1940 - ottobre 1943
42Castello di ScipioneParma, Emilia-Romagna"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei stranieri, "sudditi" nemici173luglio 1940 - settembre 1940
43Risiera di San Sabba[27]Trieste, Friuli-Venezia Giulia"Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, jugoslavi, civili rastrellati, prigionieri di guerra,2500020 ottobre 1943 - 29 aprile 1945
44Bolzano[28][29]Bolzano, Trentino-Alto Adige"Italiani pericolosi" (oppositori politici, pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, zingari, civili rastrellati, disertori della Wehrmacht sudtirolesi11 116maggio 1944 - maggio 1945
45Borgo San Dalmazzo[30]Cuneo, Piemonteebreicirca 400settembre 1943 - febbraio 1944
46ZlarinoZara, Dalmazia (oggi in Croazia)oppositori politiciCivili1 652marzo 1943 - 15 giugno 1943
47FarfaCastelnuovo di Farfa,

Lazio

Civili, oppositori politici, ebrei italiani, ebrei stranieriCirca 100giugno 1943 - settembre 1943
48Caserme Rosse[31][32][33]Bologna, Emilia-Romagnacampo per militari e civili italiani rastrellati, partigiani, sacerdoti arrestati con i civili35 0008 settembre 1943 - 12 ottobre 1944
49FraschetteAlatri, Laziocampo di concentramento e smistamentoPrigionieri di guerra e famiglie dei prigionieri, internati civili italiani e stranieri (soprattutto jugoslavi)5500luglio 1942 - 19 aprile 1944
50PrevlakaCattaro, Dalmazia meridionale (oggi in Montenegro)Campo di smistamentocivili uomini e donne: detenuti in attesa di processo e civili per cui era stato deciso, dalla Prefettura o dalla Questura, l'internamento repressivon/agiugno 1942 - 30 giugno 1943
51TavernellePerugia, UmbriaCampo adibito principalmente al lavoro coatto degli internatiCivilin/a7 ottobre 1942 - 15 settembre 1943
52ColfioritoFoligno, UmbriaCampo di concentramentoPrigionieri di guerra e civilin/aottobre 1942 - 27 settembre 1943
53Casa RossaAlberobello, PugliaCampo di internamento e smistamentoEbrei italiani e stranieri; civili inglesi, maltesi, irlandesi e indiani; apolidi, "italiani pericolosi" (oppositori politici ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi[34]n/a28 giugno 1940 - 6 settembre 1943
Totale (di 54 campi)~141.8001915-1945

Campi nelle colonie italiane

Internati nel campo di concentramento italiano di El Agheila

Numerosi furono i crimini di guerra condotti dall'Esercito italiano nelle colonie. Nella sola Cirenaica tra il 1929 e il 1933 oltre 40.000 persone furono uccise e 80.000 rinchiuse nei campi di concentramento,[35] su una popolazione totale di appena 193 000 persone. Secondo lo storico Ilan Pappé, il regime fascista tra il 1928 e il 1932 uccise metà della popolazione beduina direttamente o per fame nei campi.[36] Secondo lo storico Angelo Del Boca, nel 1933, dei circa 100 000 libici deportati dal Gebel Achdar e dalla Marmarica, più di 40 000 trovarono la morte nei campi.[37]

NomeLuogoColoniaOperativitàNumero di detenutiNumero di morti
NocraNocraColonia eritrea1887-1941 1 500[38]
El AbiarEl AbiarLibia italiana1930-19333 123[39] 
AgedabiaAgedabiaLibia italiana1930-19339 000[40]1 500[40]
El AgheilaEl AgheilaLibia italiana1930-193310 900[39] 
BregaBregaLibia italiana1930-193321 117[39] 
El MaghrunEl MagrunLibia italiana1930-193313 050[39]4 500[40]
SoluchSoluchLibia italiana1930-193320 123[39]5 500[40]
DernaDernaLibia italiana1930-1933145[39] 
ApolloniaApolloniaLibia italiana1930-19331 354[39] 
BarceBarceLibia italiana1930-1933538[39] 
DrianaDrianaLibia italiana1930-1933225[39] 
NufiliaNufiliaLibia italiana1930-1933375[39] 
DananeMogadiscioSomalia italiana1935-19416 000[39]3 175[41]
Totale~44 675[42]

Sotto la Repubblica Sociale Italiana

Dopo l'8 settembre 1943 alcuni dei vecchi campi per l'internamento civile furono inclusi nella rete dei campi di concentramento della Repubblica Sociale Italiana, gestiti da militari tedeschi e/o milizie repubblichine italiane. La funzione di questi campi era ora cambiata radicalmente. Vi transitavano ebrei (senza più alcuna distinzione tra "Italiani" e "stranieri"), nonché prigionieri politici antifascisti, in attesa di deportazione. I convogli partivano quindi dalla Risiera di San Sabba o da Fossoli con destinazione i campi di concentramento e sterminio in Germania e Polonia.

Il periodo post-bellico

Finita la guerra, alcuni campi furono utilizzati con altre funzioni; vi furono infatti:

  • campi in cui vennero segregati gli ex-soldati dell'Asse in attesa che le autorità italiane o alleate esaminassero i loro casi, come il campo di concentramento di Coltano.
  • campi di raccolta profughi
  • campi di reclusione, come i campi di Fraschette, Alatri e Fossoli, nei quali erano rinchiusi i profughi e gli ex-militari accusati di crimini civili (furti, aggressioni, borsa nera, prostituzione, violenze).

Note

da lavori camera deputati Archiviato il 22 maggio 2011 in Internet Archive. pag 13205
  • ^ Copia archiviata, su intoscana.it. URL consultato il 17 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  • ^ Campo di concentramento di Chiesanuova (Padova), su Centro Studi Internamento Deportazione. URL consultato il 10 aprile 2023.
  • ^ Campi per gli ex jugoslavi ovvero civili abitanti nei territori occupati militarmente dall'Esercito italiano e annessi all'Italia, su internamentoveneto.it. URL consultato il 10 aprile 2023.
  • ^ Gonars Memorial, su gonarsmemorial.eu. URL consultato il 18 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2009).
  • ^

    «Verso la fine del 1942 e l'inizio del 1943 il regime fascista - in seguito all'invasione della Jugoslavia – realizzò a Visco (UD) un campo per prigionieri civili, nel quale furono ben presto rinchiuse oltre 3.000 persone (tra cui oltre 100 bambini e molte donne) brutalmente rastrellate nei territori occupati dalla Slovenia al Montenegro»

    consiglio regione Friuli-Venezia Giulia Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive.
  • ^ Campo di Ferramonti centro studi Al Beth Shlomo tratto dal libro di Carlo Spartaco Capogreco dedicato al campo italiano, su bethshlomo.it. URL consultato il 19 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
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  • ^ da istituto Giovanni Palatucci, su istitutopalatucci.it. URL consultato il 18 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2010).
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  • ^ documento da ANED Archiviato il 28 febbraio 2009 in Internet Archive.
  • ^ da ANED di Dario Venegoni Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano - Una tragedia italiana in 7.982 storie individuali Archiviato il 12 giugno 2008 in Internet Archive.
  • ^ versione integrale del testo sopra citato (PDF), su venegoni.it. URL consultato il 20 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2008).
  • ^ documenti da ANED Archiviato il 28 febbraio 2009 in Internet Archive.
  • ^ "Caserme rosse". Il campo di concentramento di Bologna. Armando Sarti
  • ^ Caserme Rosse e il sistema dei campi di prigionia Archiviato il 26 marzo 2010 in Internet Archive.. Alula della Memoria
  • ^ Armando Sarti. Caserme rosse. Via di Corticella 147. Il lager di Bologna
  • ^ https://www.historialudens.it/component/tags/tag/casa-rossa.html
  • ^ L'Africa del Duce: i crimini fascisti in Africa
  • ^ Ilan Pappé, The Modern Middle East. Routledge, 2005, ISBN 0-415-21409-2, p. 26.
  • ^ Angelo Del Boca, Italiani, brava gente.
    «Gli ultimi lager sarebbero stati smantellati nel settembre 1933. Dei 100.000 libici che erano partiti dal Gebel Achdar e dalla Marmarica, ne sarebbero tornati a casa 60.000.»
  • ^ Gustavo Ottolenghi, Gli italiani e il colonialismo: i campi di detenzione italiani in Africa, p. 174, ISBN 9788871983974.
    «A Nocra morirono circa 1500 persone (con una mortalità pari al 58% del totale dei detenuti)»
  • ^ a b c d e f g h i j k Michael R. Ebner e Geoff Simons, Ordinary Violence in Mussolini's Italy, New York, Cambridge University Press, 2011, p. 261.
  • ^ a b c d I campi concentramento per i civili nell'Africa italiana, su criminidiguerra.it (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2020).
  • ^ Donatella Strangio, The Reasons for Underdevelopment: The Case of Decolonisation in Somaliland, Springer, 2012, p. 5.
  • ^ Somma tra le stime dei morti nel campo di Danane (fonte Donatella Strangio), le morti di tutti i campi nella Libia italiana (fonte Angelo Del Boca), le morti nel campo di Nocra (fonte Gustavo Ottolenghi).
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    • Dario Venegoni, Oscar Brambani, La parola a figli e nipoti, La memoria della deportazione nel racconto dei familiari. Prefazione di Bruno Maida, Milano, ANED Milano, 2007, ISBN 978-88-8483-575-8
    • Philip Kwok, I cinesi in Italia durante il Fascismo, T. Marotta Editore, 1984

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