Arcidiocesi di Ancona-Osimo

arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia

L'arcidiocesi di Ancona-Osimo (in latino Archidioecesis Anconitana-Auximana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2022 contava 205.000 battezzati su 219.000 abitanti. È retta dall'arcivescovo Angelo Spina.

Arcidiocesi di Ancona-Osimo
Archidioecesis Anconitana-Auximana
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaMarche
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Fabriano-Matelica, Jesi, Loreto, Senigallia
 
Arcivescovo metropolitaAngelo Spina
Vicario generaleLuca Bottegoni
Arcivescovi emeriticardinale Edoardo Menichelli
Presbiteri114, di cui 75 secolari e 39 regolari
1.798 battezzati per presbitero
Religiosi54 uomini, 66 donne
Diaconi14 permanenti
 
Abitanti219.000
Battezzati205.000 (93,6% del totale)
StatoItalia
Superficie501 km²
Parrocchie72 (5 vicariati)
 
ErezioneIII secolo (Ancona)
VII secolo (Osimo)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSan Ciriaco
ConcattedraleSan Leopardo
Indirizzopiazza del Senato 7, 60121 Ancona, Italia
Sito webwww.diocesi.ancona.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il palazzo arcivescovile.
La concattedrale di San Leopardo di Osimo.
L'entrata del museo diocesano di Ancona, ospitato nei locali del vecchio episcopio anconitano.
Il santuario della Madonna di Campocavallo.
Il palazzo Campana di Osimo, antica sede del seminario osimano.

Territorio

L'arcidiocesi si estende per intero nella provincia di Ancona e comprende i comuni di Ancona, Osimo, Falconara Marittima, Numana, Camerano, Camerata Picena, Castelfidardo, Polverigi, Staffolo, Filottrano, Agugliano, Sirolo, Offagna, e la frazione Grancetta di Chiaravalle.

Confina a nord con la diocesi di Senigallia, ad ovest con la diocesi di Jesi, a sud e ad ovest con la diocesi di Macerata, a sud con la prelatura di Loreto, ad est con il mare Adriatico.

Sede arcivescovile è la città di Ancona, dove si trova la cattedrale di San Ciriaco. A Osimo sorge la concattedrale di San Leopardo. Altri monumenti significativi dell'arcidiocesi sono: ad Ancona la chiesa di Santa Maria della Piazza, le abbazie di Portonovo e di San Pietro al Conero, San Francesco alle Scale e San Domenico; ad Osimo il battistero, la basilica di San Giuseppe da Copertino, il santuario di Campocavallo.

L'arcidiocesi ha una superficie di 501 km², suddivisa in 72 parrocchie, raggruppate in 5 zone pastorali: Ancona centro, Ancona periferia, Osimo, Falconara Marittima e Castelfidardo.

Provincia ecclesiastica

La provincia ecclesiastica di Ancona, istituita nel 1972, comprende quattro sedi suffraganee:

Storia

L'attuale arcidiocesi è frutto dell'unione di due antiche sedi, ognuna con una propria millenaria storia.

Ancona

Le prime notizie sulla vita cristiana di Ancona si riferiscono alla memoria antiqua di santo Stefano protomartire di cui parla sant'Agostino in un suo sermone, risalente forse al 425, mentre da papa Gregorio Magno si ha la notizia che anche la prima cattedrale di Ancona era dedicata a questo santo.

La tradizione liturgica anconitana ricorda diversi santi martiri, tra cui san Liberio, le sante Palazia e Laurenzia, i santi Pellegrino, Ercolano e Flaviano. In particolare antiche tradizioni tramandano come primi vescovi anconitani due santi di origine greca, Primiano (III secolo) e Ciriaco (IV secolo), che testimoniano lo stretto legame della città di Ancona con l'Oriente cristiano; se l'esistenza storica di questi due santi non è messa in dubbio, meno sicuro tuttavia appare il loro episcopato anconitano.[1]

La prima testimonianza storica dell'esistenza di una sede vescovile anconitana è una lettera di papa Gelasio I (492-496), scritta ai vescovi Massimo ed Eusebio, perché si occupassero dell'illecito che avrebbe commesso il vescovo anconitano, di cui non è fatto il nome, accusato dal vescovo della ecclesia Camiscana (probabilmente Camerino), di aver occupato alcune parrocchie sotto la sua giurisdizione.[2] Il primo vescovo di cui si conosce con certezza il nome è san Marcellino, vissuto verosimilmente nel VI secolo, di cui parla Gregorio Magno nei suoi Dialoghi (circa 593-594). L'epistolario di questo pontefice ci fa conoscere il nome di un altro vescovo di Ancona, Sereno, incaricato dal papa nel 599 di visitare la Chiesa di Osimo, da tempo senza vescovo. Sereno morì prima di dicembre del 603, poiché una lettera di papa Gregorio di questo mese ci informa che, per la vacanza della sede anconitana, erano stati eletti tre candidati, sui quali il pontefice ordinò un'inchiesta, prima di procedere alla nomina definitiva del nuovo vescovo.[3]

A questi vescovi, la tradizione anconitana ha aggiunto altri vescovi la cui esistenza storica non è però comprovata da documenti coevi: Marco nel 462 (o 465), Trasone I nel 500, Tommaso in una data incerta nel VI secolo e Giovanni I nel 629. I successivi vescovi anconitani del primo millennio sono per lo più noti per la loro partecipazione ai concili celebrati a Roma dai pontefici: ricordiamo Mauroso e Giovanni II, che presero parte ai concili che condannarono l'eresia monotelita nel 649 e nel 680; e Paolo, che nell'878 fu inviato come legato pontificio a Costantinopoli, ma avendo aderito al partito del patriarca Fozio venne deposto dalla sede anconitana.

Tra i vescovi del XIII secolo si distinsero in particolare Gerardo II e Giovanni Bono. Durante l'episcopato di Gerardo, camaldolese, furono rinvenute le reliquie dei martiri Pellegrino, Ercolano e Flaviano; a questo vescovo si deve inoltre la stesura di una nuova normativa per la vita dei canonici della cattedrale. Giovanni Bono invece è noto per «la sua partecipazione al concilio di Lione nel 1245 e la sua nomina a vicario papale per il Regno di Sicilia».[1]

Nel 1419 papa Martino V decise di unire alla diocesi di Ancona quella di Numana (detta anche Umana). L'unione fu sancita dalla bolla Ex supernae majestatis del 19 ottobre 1422 e la diocesi prese il nome di diocesi di Ancona e Umana (Anconitana et Numanensis). Tuttavia, diversamente dal solito, l'unione delle due diocesi non fu aeque principaliter e Numana non conservò nessuna prerogativa vescovile, anzi la sua cattedrale fu ridotta a semplice parrocchia. Nei secoli successivi i vescovi di Ancona tralasciarono il titolo di vescovi di Umana, fino a quando il 22 aprile 1747 papa Benedetto XIV impose loro con una bolla di adottare il doppio titolo.[4]

La seconda metà del XVI secolo vide sulla cattedra anconitana la presenza di validi vescovi riformatori, che si impegnarono in prima persona nell'attuazione dei decreti del concilio di Trento. Il primo è Vincenzo Lucchi (1556-1585), che istituì il seminario vescovile e impose l'obbligo della residenza a tutti i titolari di benefici ecclesiastici. Segue il cardinale Carlo Conti (1585-1615), che celebrò un sinodo diocesano, compì ben cinque visite pastorali nella sua diocesi ed accolse i gesuiti.[1]

Nel 1796 un'immagine della Vergine esposta nella cattedrale fu vista aprire e chiudere gli occhi per quattro mesi da una grande folla, stimata in circa sessantamila persone. Nel febbraio dell'anno successivo Napoleone Bonaparte venne in città e volle personalmente istituire un processo intorno a questo fatto, con l'intento di por fine ad una presunta superstizione. Esaminò scrupolosamente l'immagine, interrogò i canonici, volle destinare a opere di carità la collana di perle che ornava l'immagine e traslarla in un monastero, ma per rispetto del popolo che l'aveva venerata cambiò decisione sulla collana e acconsentì che l'immagine tornasse in cattedrale. Il prodigio della Madonna del Duomo è ancora oggi uno dei principali centri di attrazione della comunità cristiana anconetana.

Il 14 settembre 1904 la sede fu elevata al rango di arcidiocesi honoris causa immediatamente soggetta alla Santa Sede con il decreto Honoribus et privilegiis della Congregazione concistoriale. Il 15 agosto 1972 fu ulteriormente elevata a sede metropolitana da papa Paolo VI con la bolla Qui apostolico; le furono assegnate come suffraganee le diocesi di Osimo e di Jesi.

Osimo

Secondo la tradizione fu il martire san Feliciano a diffondere la fede cristiana nel territorio di Osimo alla metà del III secolo. Nel 303, nel corso delle persecuzioni ordinate da Diocleziano, ad Osimo subirono il martirio i santi Fiorenzo, Diocleziano e Sisinnio;[5] sul luogo del martirio fu eretta una chiesa a loro dedicata ancora oggi esistente.

Il primo vescovo di Osimo di cui si hanno notizie fu san Leopardo vissuto in epoca incerta, probabilmente nel IV o V secolo. Nel 599, papa Gregorio Magno affidò la chiesa osimana, «diu pastorali sollecitudine destitutam», ossia da lungo tempo vacante, alle cure pastorali del vescovo Sereno di Ancona.

A partire dal VII secolo riprende la serie episcopale osimana con il vescovo Fortunato, che prese parte al concilio lateranense indetto da papa Martino I nel 649 per condannare l'eresia monotelita. Segue il vescovo Giovanni, che nel 680 figura tra i prelati che parteciparono al concilio romano voluto da papa Agatone per rinnovare la condanna del monotelismo. Attribuito all'VIII secolo è san Vitaliano, che fece ricostruire la cattedrale dedicata a san Leopardo; un vescovo osimano di nome Vitaliano prese parte al sinodo romano del 743.[6]

Nell'XI secolo il vescovo Ghislerio fu duramente ripreso da san Pier Damiani per la sua condotta immorale. Nel 1053 papa Leone IX consacrò la cattedrale di Osimo, che fu ulteriormente ampliata ad opera del vescovo Gentile sul finire del XII secolo.

Nel XIII secolo, nel contesto della lotta tra guelfi e ghibellini, la città di Osimo aderì al partito dell'imperatore Federico II. Per questo motivo, il 22 maggio 1240 papa Gregorio IX con la bolla Recte considerationis examine soppresse la diocesi di Osimo e ne incorporò il territorio nell'erigenda diocesi di Recanati. Il 15 novembre dello stesso anno Osimo passò sotto la giurisdizione del vescovo di Numana, come compensazione per la perdita della potestà vescovile su Recanati. Questa situazione perdurò fino al 13 marzo 1264, quando papa Urbano IV con la bolla Recti statera judicii ripristinò la sede vescovile di Osimo.

Nel 1320 Osimo si ribellò nuovamente e incarcerò il vescovo Berardo II. Allora papa Giovanni XXII privò nuovamente Osimo della dignità episcopale, ma poiché gli altri centri della diocesi avevano osteggiato la ribellione, concesse per questi un proprio vescovo con il titolo di episcopus dioecesis ecclesiae Auximanae, olim cathedralis. Come cattedrale fu in uso la chiesa di Santa Maria di Cingoli. Il 12 luglio 1368 papa Urbano VI concesse la restituzione della cattedra vescovile a Osimo con la bolla Sancta Mater Ecclesia.[7]

Il vescovo Bernardino de Cupis (1551-1574) prese parte al concilio di Trento e fu il primo ad attuare in diocesi i decreti di riforma tridentini, seguito da altri vescovi ricchi di fervore riformatore, tra cui si devono menzionare Agostino Galamini (1620-1639) e Antonio Bichi (1656-1691).

Nel 1586 papa Sisto V trasferì a Recanati i territori di Castelfidardo e di Montecassiano appartenenti in precedenza ad Osimo.

Il 20 agosto 1725 con la bolla Romana Ecclesia di papa Benedetto XIII la sede vescovile di Cingoli fu ristabilita ricavandone il territorio dalla diocesi di Osimo ed unita aeque principaliter alla stessa sede osimana.

Il 15 agosto 1972 la diocesi di Osimo, fino a quel momento immediatamente soggetta alla Santa Sede, entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Ancona.

L'ultimo cambiamento territoriale prima della piena unione ad Ancona risale al 1984 quando papa Giovanni Paolo II decise l'unione di Castelfidardo ad Osimo e l'unione di Montefano e di Appignano rispettivamente a Recanati e a Macerata.[8]

Fra i vescovi di Osimo, oltre a quelli già menzionati, si ricordano: san Benvenuto Scotivoli nella seconda metà del XII secolo; il cardinale Antonio Maria Galli per la sua opera successiva al concilio di Trento; Pompeo Compagnoni nel XVIII secolo per la sua grande erudizione; il cardinale Guido Calcagnini durante il cui episcopato nel 1796 avvenne il prodigio del crocifisso ligneo nel duomo; il cardinale Giovanni Soglia Ceroni segretario di stato di papa Pio IX. L'ultimo vescovo a risiedere ad Osimo fu Domenico Brizi, morto nel 1964.

Ad Osimo sono nati papa Pio VIII, san Silvestro Guzzolini, fondatore dell'ordine dei Silvestrini, e san Bonfiglio e vi è morto san Giuseppe da Copertino.

Nel 1986, poco prima dell'unione con Ancona, la diocesi di Osimo comprendeva 22 parrocchie nei comuni di Osimo, Filottrano, Castelfidardo, Staffolo e Offagna.[9]

L'antico palazzo vescovile di Osimo è oggi sede del museo diocesano osimano.

Ancona-Osimo

Dopo la morte del vescovo di Osimo e Cingoli Domenico Brizi, avvenuta nel 1964, le due sedi furono di fatto separate: mentre la diocesi di Cingoli fu amministrata da vari vescovi marchigiani, quella di Osimo venne affidata in amministrazione agli arcivescovi di Ancona e Numana Egidio Bignamini, Felicissimo Stefano Tinivella e Carlo Maccari.[10]

Il 28 settembre 1972 monsignor Maccari fu nominato anche vescovo di Osimo, unendo così in persona episcopi le sedi.[11]

Il 5 luglio 1975, in forza del decreto Ex historicis documentis della Congregazione per i vescovi, su richiesta dell'arcivescovo Carlo Maccari fu soppresso il vetusto titolo di Numana;[12] l'arcidiocesi assunse così la denominazione di arcidiocesi di Ancona, mentre Numana contestualmente divenne una sede titolare vescovile. Da questo momento rimasero le sole sedi di Ancona ed Osimo.

Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, è stata stabilita la plena unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale, mantenendo la dignità metropolitica.

L'11 marzo 2000 la provincia ecclesiastica di Ancona-Osimo fu ingrandita con l'aggiunta delle sedi di Loreto, di Senigallia e di Fabriano-Matelica.

Dal 3 all'11 settembre 2011 Ancona ospitò il XXV Congresso eucaristico nazionale, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Giovanni Battista Re; la messa conclusiva fu celebrata da papa Benedetto XVI.

Cronotassi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Ancona

Vescovi e arcivescovi di Ancona e Numana

Vescovi di Osimo

Vescovi di Osimo e Cingoli

Vescovi di Osimo

  • Sede vacante (1964-1972)[42]

Arcivescovi di Ancona-Osimo

Istituti religiosi presenti in diocesi

Nel 2017 l'arcidiocesi di Ancona-Osimo comprendeva le seguenti comunità religiose:

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 219.000 persone contava 205.000 battezzati, corrispondenti al 93,6% del totale.

annopopolazionepresbiteridiaconireligiosiparrocchie
battezzatitotale%numerosecolariregolaribattezzati per presbiterouominidonne
arcidiocesi di Ancona (e Numana)
1959129.500130.00099,6161719080410523846
1969153.000153.42899,7177898886410028052
1980152.500153.50099,3157827597119820958
diocesi di Osimo e Cingoli
194937.44537.445100,012486383014016539
196955.24755.272100,011473414844915739
198055.41355.54199,89661355774311939
arcidiocesi di Ancona-Osimo
1990204.310208.21898,1203111921.006414024471
1999205.214206.83199,2190108821.080810120672
2000205.682207.22099,3197115821.04489920372
2001206.598208.74799,0189110791.093159419672
2002205.682207.22099,3190108821.082159619272
2003210.062212.87598,7184108761.141158917372
2004205.204212.34096,6181109721.133168216572
2006206.541216.85895,2175100751.180178812472
2012197.851225.44187,812889391.54518458672
2015209.730223.92393,713491431.56517579472
2018207.708221.76493,713384491.56115648372
2020207.000220.98093,712374491.68215647972
2022205.000219.00093,611475391.79814546672

Note

Bibliografia

  • (LA) Decreto Instantibus votis, AAS 79 (1987), pp. 642–645
  • (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, 2 volumi, Roma, 1999-2000

Per la sede di Ancona

Per la sede di Osimo

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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