Arcidiocesi di Albi

arcidiocesi della Chiesa Cattolica Romana in Francia

L'arcidiocesi di Albi (in latino Archidioecesis Albiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Tolosa. Nel 2022 contava 291.000 battezzati su 399.108 abitanti. È retta dall'arcivescovo Jean-Louis Balsa.

Arcidiocesi di Albi
Archidioecesis Albiensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Tolosa
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
ArcivescovoJean-Louis Balsa
Arcivescovi emeritiJean Marie Henri Legrez, O.P.
Presbiteri125, di cui 100 secolari e 25 regolari
2.328 battezzati per presbitero
Religiosi41 uomini, 166 donne
Diaconi25 permanenti
 
Abitanti399.108
Battezzati291.000 (72,9% del totale)
StatoFrancia
Superficie5.782 km²
Parrocchie507
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Cecilia
Santi patroniSanta Cecilia
Indirizzo12 rue de la Republique, 81012 Albi CEDEX 9, France
Sito webalbi.catholique.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia
L'antica cattedrale Sant'Alano di Lavaur.
L'antica cattedrale San Benedetto di Castres.
L'ex palazzo arcivescovile di Albi, chiamato palais de la Berbie (ossia palazzo del vescovato), fatto costruire da Durand de Beaucaire nel XIII secolo e fortificato da Bernard de Castanet, ospita oggi il museo Toulouse-Lautrec.
Il palazzo della Berbie in primo piano, appena sopra la riva sinistra del Tarn, e in secondo piano sul colle la cattedrale di Santa Cecilia. Il complesso, assieme alla chiesa di San Salvio, costituisce la Cité épiscopale d'Albi, patrimonio dell'umanità.
Vetrata della chiesa di Saint-Paul-en-Born raffigurante San Claro, protovescovo dell'arcidiocesi di Albi.

Territorio

L'arcidiocesi comprende il dipartimento francese del Tarn.

Sede arcivescovile è la città di Albi, dove si trova la cattedrale di Santa Cecilia. Nell'arcidiocesi sorgono due chiese ex cattedrali: la chiesa di San Benedetto, ex cattedrale della diocesi di Castres, e la chiesa di Sant'Alano, ex cattedrale della diocesi di Lavaur.

Il territorio si estende su 5.782 km² ed è suddiviso in 507 parrocchie.

Storia

Secondo la tradizione, primo evangelizzatore e protovescovo della diocesi di Albi è san Claro, cui sarebbe succeduto il suo discepolo Antimo. Primo vescovo storicamente documentato è Diogeniano, menzionato da Gregorio di Tours all'inizio del V secolo; dopo di lui Sabino prese parte al concilio di Agde del 506.

La civitas Albigensium faceva parte della provincia romana dell'Aquitania prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[1]. La diocesi dipendeva perciò come suffraganea dalla sede metropolitana di Bourges.

Verso la fine del XII secolo il catarismo si affermò in tutta la Linguadoca attraverso la predicazione nei villaggi: si diffuse soprattutto nella diocesi di Albi, a tal punto che i catari furono chiamati semplicemente albigesi. Contro di loro fu indetta nel XIII secolo una vera e propria crociata, chiamata crociata albigese, richiesta da Raimondo VI di Tolosa al concilio Lateranense IV nel 1215; dichiarati eretici, gli albigesi furono estirpati verso la metà del secolo, con la forza delle armi e con il lavoro dell'inquisizione, istituita proprio per questa occasione.

La vittoria sugli Catari e la contestuale caduta dei signori Trencavel, che dominavano Albi, aumentarono di molto il potere, spirituale e temporale, dei vescovi; in questo contesto sorse la città episcopale, segno della potenza e della ricchezza dei vescovi albigesi.

Il 29 dicembre 1296 la diocesi di Albi divenne la seconda diocesi francese, dopo quella di Rodez, ad adottare il rito romano.[2]

Il 9 luglio 1317 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Castres.

Durante il XVI secolo la regione di Albi fu tra le più colpite e devastate dalle guerre di religione; i successi della riforma protestante furono estirpati solo al prezzo di sanguinose battaglie, che coinvolsero la diocesi per oltre vent'anni (1572-1595).

Il 3 ottobre 1678 fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Triumphans Pastor di papa Innocenzo XI: le furono assegnate come suffraganee le diocesi di Rodez, Castres, Vabres, Cahors e Mende.

Nell'ottobre del 1679 Giacinto Serroni, primo arcivescovo, istituì il seminario arcivescovile. Nel 1683 fece erigere un nuovo edificio per ospitare il seminario e l'anno seguente affidò l'insegnamento ai Gesuiti, che dal 1623 avevano stabilito un collegio ad Albi.[3] Serroni, che celebrava un sinodo annuale il mercoledì della seconda settimana di Pasqua e compiva regolarmente la visita pastorale delle parrocchie[4], e soprattutto il suo successore Charles Le Goux de la Berchère furono i principali riformatori dell'arcidiocesi in linea con le direttive del concilio di Trento.

Alla vigilia della rivoluzione l'arcidiocesi, suddivisa in 21 distretti, comprendeva 214 parrocchie e 128 chiese annesse, suddivise in 4 arcidiaconati: Albi (o Dénat), Puy-Saint Georges, Castelnau de Montmiral e Lautrec (o Mazières).[5] Il capitolo della cattedrale era composto da 20 canonici e da molti altri dignitari; in origine i canonici erano religiosi che seguivano la regola di sant'Agostino; furono secolarizzati da papa Bonifacio VIII nel 1297.[6]

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 l'arcidiocesi di Albi fu soppressa e il suo territorio fu aggregato a quello della diocesi di Montpellier (oggi arcidiocesi).

Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede di Albi; fu nominato arcivescovo Charles Brault, trasferito dalla sede di Bayeux. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, la nomina di Brault non ebbe effetto.

Il 6 ottobre 1822 in forza della bolla Paternae charitatis del medesimo papa Pio VII l'arcidiocesi fu definitivamente ristabilita, ricavandone il territorio dalla diocesi di Montpellier. In questa occasione Charles Brault poté lasciare la sede di Bayeux e prendere possesso della sua nuova residenza. La nuova provincia ecclesiastica comprendeva le precedenti suffraganee di Rodez, Cahors e Mende, e la nuova suffraganea di Perpignano.

Il 17 febbraio 1922 gli arcivescovi di Albi ebbero il privilegio di aggiungere al proprio titolo quello di vescovi di Castres e di Lavaur, sedi soppresse che ricadono nella presente diocesi.

L'arcivescovo Jean-Joseph-Aimé Moussaron († 1956) è stato annoverato fra i Giusti tra le nazioni nel 2010.

L'8 dicembre 2002, con la riorganizzazione delle circoscrizioni ecclesiastiche francesi, Albi ha perso la dignità metropolitica pur mantenendo il titolo arcivescovile ed è divenuta sede suffraganea dell'arcidiocesi di Tolosa.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 399.108 persone contava 291.000 battezzati, corrispondenti al 72,9% del totale.

annopopolazionepresbiteridiaconireligiosiparrocchie
battezzatitotale%numerosecolariregolaribattezzati per presbiterouominidonne
1959290.000308.70093,95714391325072321.360506
1970300.000532.01156,42732731.098509
1980300.800341.00088,229028461.037116764509
1990304.000344.00088,421921181.388321861509
1999300.000342.80087,517216391.7441443573504
2000340.000354.85795,817116381.988431490509
2001300.000354.86784,5203153501.4777109514509
2002300.000354.86784,5196153431.530675390509
2003280.000354.86778,92571451121.08910149482509
2004280.000354.86778,9183141421.5301181469509
2006281.000357.00078,7176134421.5961087439509
2012286.600385.70074,3173131421.6561378341509
2015290.700391.04874,3167126411.7401577273509
2018289.700396.34173,1136105312.1302154257507
2020290.300397.92973,0134107272.1662353179507
2022291.000399.10872,9125100252.3282541166507

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN153172905 · LCCN (ENnr90024774 · BNF (FRcb11872917t (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr90024774
Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi