Alessandro Mattei

cardinale italiano (1744-1820)
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Alessandro Mattei (disambigua).

Alessandro Mattei (Roma, 20 febbraio 1744Roma, 20 aprile 1820) è stato un cardinale, arcivescovo cattolico e nobile italiano.

Alessandro Mattei
cardinale di Santa Romana Chiesa
Il cardinale Mattei raffigurato in un'incisione di Carlo Antonini.
 
Incarichi ricoperti
 
Nato20 febbraio 1744 a Roma
Ordinato presbitero27 febbraio 1768
Nominato arcivescovo17 febbraio 1777 da papa Pio VI
Consacrato arcivescovo23 febbraio 1777 dal cardinale Bernardino Giraud
Creato cardinale12 luglio 1779 da papa Pio VI
Pubblicato cardinale22 maggio 1782 da papa Pio VI
Deceduto20 aprile 1820 (76 anni) a Roma
 

Biografia

I primi anni e l'inizio della carriera

Nato a Roma il 20 febbraio 1744, Alessandro Mattei proveniva da una delle famiglie più antiche dell'aristocrazia romana e papalina: era figlio del principe Girolamo Mattei, Duca di Giove, e della sua seconda moglie, Maria Caterina Altieri, attraverso la quale era imparentato con papa Clemente X. Nipote del cardinale Luigi Mattei (1753), fu anche fratello del cardinale Lorenzo Girolamo Mattei (1833). Altri cardinali sempre appartenenti alla sua famiglia furono Girolamo Mattei (1586), Gaspare Mattei (1643), Orazio Mattei (1686) e Ruggero Luigi Emidio Antici Mattei (1875). Era imparentato anche con il cardinale Giambattista Altieri (1643).

Venne destinato dalla famiglia alla carriera ecclesiastica. Ricevette da papa Benedetto XIV il priorato di Santa Maria in Abbatissis e l'Abbazia di Santa Croce. Nominato Canonico del capitolo della Basilica Patriarcale di San Giovanni in Laterano dal 15 novembre 1766, divenne ciambellano privato di papa Clemente XIII.

Ordinato sacerdote il 27 febbraio 1768, divenne Prelato Domestico di Sua Santità dal 13 luglio 1768 e successivamente divenne referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica. Iscritto all'Università La Sapienza di Roma, conseguì la laurea in utroque iure il 30 giugno 1768.Fu relatore alla Sacra Congregazione del Buon Governo dal 1770, poi visitatore apostolico dell'abbazia di Farfa e Prelato della Sacra Congregazione del Concilio di Trento dal 1775. Uditore del Camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 1776, divenne canonico della cattedrale di San Pietro e Diacono della Cappella Pontificia.

Nominato arcivescovo di Ferrara il 17 febbraio 1777, venne consacrato ufficialmente il 23 febbraio di quello stesso anno nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli di Roma, per mano del cardinale Bernardino Giraud, arcivescovo emerito di Ferrara, assistito da Marcantonio Conti, arcivescovo titolare di Damasco, e da Giuseppe Maria Carafa, vescovo di Mileto. Il 9 marzo 1777 fu nominato Assistente al Trono Pontificio.

Il cardinalato e la figura politica

Creato cardinale nel concistoro del 12 luglio 1779, venne però riservato in pectore e venne pubblicato solo nel concistorio del 22 maggio 1782; ricevette la porpora cardinalizia ed il titolo di Santa Balbina nel concistoro celebrato ad Imola il 27 maggio 1782. Dalla sua nomina "in pectore" e fino alla creazione del cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj è stato il porporato italiano più giovane Optò quindi per il titolo di Santa Maria in Aracoeli in memoria della sua consacrazione episcopale il 3 aprile 1786.

Quando l'armata francese occupò Ferrara il 22 giugno 1796, dopo un effimero tentativo di resistenza, Ferrara venne annessa alla Repubblica Cisalpina; il legato a latere cardinale Francesco Maria Pignatelli lasciò il proprio incarico e il cardinal Mattei venne incaricato personalmente di trattare con gli occupanti, assumendo così provvisoriamente dall'agosto del 1796 il ruolo di legato pontificio della provincia, riuscendo lentamente a restaurare l'autorità papale. Per bloccare la sua azione, Napoleone Bonaparte convocò il cardinale nel suo quartier generale a Brescia (18 agosto 1796), dove Mattei venne imprigionato, rinchiuso nel castello di Milano come ostaggio e successivamente riportato al quartier generale bresciano.

Firma del trattato di Tolentino. A sinistra il cardinale Mattei.

Liberato il 30 ottobre 1796, gli venne concesso di fare ritorno a Ferrara, pur rimanendo sotto la tutela francese. Napoleone decise quindi di incontrare nuovamente il cardinal Mattei questa volta a Ferrara e lo incaricò di trattare con papa Pio VI in vista dei negoziati di pace. Prescelto anche dal pontefice come uomo adatto ai negoziati con la Francia napoleonica, fu costretto a siglare il disastroso Trattato di Tolentino del 17 febbraio 1797, con il quale la Santa Sede abbandonava le tre Legazioni (Bologna, Ferrara e Romagna). In luglio Ferrara entrava a far parte della Repubblica Cisalpina e tutta la popolazione fu chiamata a prestare giuramento di fedeltà al nuovo stato. Il cardinal Mattei si pronunciò contro il giuramento. Il 6 marzo 1798 fu espulso dalla Cisalpina e gli fu ordinato di lasciare il territorio della Repubblica.

Dall'esilio il cardinale riuscì a mantenere i contatti con i collaboratori dell'arcidiocesi. Tornato nella natìa Roma, prese parte al conclave del 1799-1800, dal quale uscì eletto papa Pio VII. Quindi optò per l'ordine dei cardinali-vescovi e prese possesso della sede suburbicaria di Palestrina (2 aprile 1800)[1]. Nominato esaminatore dei vescovi in teologia prima del 22 giugno 1805, divenne anche protettore dei Cappuccini prima del 25 luglio 1807.

Optò quindi per la sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina dal 27 marzo 1809, divenendo sottodecano del Sacro Collegio dei Cardinali. Dopo l'occupazione francese di Roma, venne nominato pro datario il 26 marzo 1808. Espulso da Roma il 10 giugno 1809 su ordine delle autorità francesi come rappresaglia per la bolla di scomunica emanata dal Papa contro Napoleone, venne esiliato a Parigi. Si rifiutò categoricamente di prendere parte al matrimonio tra Napoleone e l'arciduchessa austriaca Maria Luisa d'Asburgo-Lorena il 2 aprile 1810 e per questo fu punito con il divieto esplicito da parte di Napoleone di indossare l'abito cardinalizio, divenendo così uno dei tredici "cardinali neri" che l'Imperatore francese volle umiliare pubblicamente.

Divenendo sempre più un personaggio scomodo e sovversivo, venne imprigionato a Rhetel per ordine dell'Imperatore; qui egli rimase assieme al cardinal Pignatelli fino alla firma del Concordato di Fontainebleau per opera di papa Pio VII il 25 gennaio 1813. Riunitosi quindi con il Papa, venne esiliato nuovamente il 27 gennaio 1814 ad Alais; liberato per ordine del governo provvisorio il 2 aprile 1814, si ricongiunse con il pontefice nel suo viaggio verso Roma nel maggio del 1814. Entrato nell'Urbe con il pontefice il 24 maggio 1814, venne confermato pro-datario di Sua Santità dal 14 giugno 1814; ricoprì tale incarico sino alla morte.

Gli ultimi anni

Tornato appieno in seno alla Chiesa romana, optò per la sede suburbicaria di Ostia e Velletri dal 26 settembre 1814, divenendo decano del Sacro Collegio dei Cardinali e prefetto della Sacra Congregazione per le Cerimonie. Arciprete della Basilica Vaticana, divenne presidente della Fabbrica di San Pietro dal 10 maggio 1817. Per il valore politico e l'alto equilibrio dimostrato anche negli anni difficili dell'invasione napoleonica ottenne l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria nel 1819.

Cadde ammalato mentre celebrava messa nella basilica di San Pietro a Roma il 14 aprile 1820 e morì sei giorni dopo, il 20 aprile. La sua salma venne esposta nella chiesa di San Marcello al Corso a Roma, dove ebbero luogo anche i suoi funerali, ma venne sepolto nella cappella di famiglia nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma.

Genealogia episcopale e successione apostolica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

  • Vescovo Bonaventura Carenzi, O.F.M.Conv. (1808)
  • Cardinale Giacomo Giustiniani (1817)
  • Arcivescovo Nicola Mattei Baldini (1817)
  • Cardinale Francesco Cesarei Leoni (1817)
  • Arcivescovo Francesco Maria De Luca, O.F.M.Obs. (1818)
  • Vescovo Salvatore Lettieri (1818)
  • Vescovo Domenico Novi Ciavarria (1818)
  • Vescovo Francesco Felice Tiberi, C.O. (1818)
  • Vescovo Domenico Feudale (1818)
  • Vescovo Isaia Volpi, O.F.M.Cap. (1818)
  • Arcivescovo Ignazio Ranaldi, C.O. (1818)
  • Vescovo Fabiano Giuseppe Giacomo Luigi Galliani, O.F.M.Cap. (1818)
  • Vescovo Cassiodoro Margarita (1818)
  • Vescovo Francesco Saverio Durini, O.S.B.Cel. (1818)
  • Vescovo Giovanni Battista Tomasuolo (1818)
  • Vescovo Michele Virgili (1819)
  • Vescovo Francesco Alberini (1819)
  • Cardinale Pietro Francesco Galleffi (1819)
  • Cardinale Giovanni Francesco Falzacappa (1819)
  • Vescovo Pasquale Mazzei (1819)
  • Vescovo Carlo Cavalieri Manassi (1820)
  • Vescovo Bernardino Avolio, O.F.M.Cap. (1820)
  • Vescovo Pasquale de Nicolais (1820)

Ascendenza

GenitoriNonniBisnonniTrisnonni
Girolamo Mattei, I duca di GioveAsdrubale Mattei, I marchese di Giove 
 
Costanza Gonzaga 
Alessandro Mattei, II duca di Giove 
Eugenia SpadaOrazio Spada, marchese di Viceno e Castel Viscardo 
 
Maria Veralli 
Girolamo Mattei, III duca di Giove 
Giovanni Battista Naro, III marchese di MompeoFabrizio Naro, II marchese di Mompeo 
 
Silvia de' Cavalieri 
Teresa Naro di Mompeo 
Anna Maria CarpegnaMario I Carpegna, VIII principe di Scavolino 
 
Teresa Dudley 
Alessandro Mattei 
Gaspare Altieri, I principe di OrioloAngelo Paluzzi Albertoni Altieri, III marchese di Rasina 
 
Vittoria Parabiacca 
Girolamo Antonio Altieri, III principe di Oriolo 
Laura Caterina AltieriAntonio Maria Altieri 
 
Maria Virginia Carpegna 
Maria Caterina Altieri 
Carlo Borromeo Arese, VI marchese di Angera e XI conte di AronaRenato II Borromeo, IV marchese di Angera 
 
Giulia Arese 
Maria Maddalena Borromeo Arese 
Camilla BarberiniMaffeo Barberini, II principe di Palestrina 
 
Olimpia Giustiniani 
 

Onorificenze

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN89092726 · ISNI (EN0000 0000 6235 3451 · SBN PUVV190596 · BAV 495/88476 · GND (DE1136081674 · BNF (FRcb14955851m (data)